Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Santa Lucilla di Roma

Oggi - 31 ottobre 2024 - giovedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Lucilla - normalmente indicata con la specificazione “di Roma” che ne indica la città di provenienza - vergine e martire. Di lei, ad eccezione del martirio, si conosce pochissimo. Nacque a Roma agli inizi del III secolo, figlia del tribuno pagano Nemesio, priva della vista. La tradizione riporta che il suo altolocato padre, convertitosi alla fede cristiana, chiese personalmente al vigente papa Stefano I (dal 254 al 257), futuro santo, il battesimo suo e della figlia. Così venne congiuntamente celebrato il rito dal vescovo Valentino (226-269), anch’esso futuro santo, e nel suo corso, miracolosamente, Lucilla acquistò la vista. Da allora, colma di gratitudine per il beneficio ricevuto, si pose sempre più alla sequela del Signore, divenendo esempio e fonte di emulazione per l’intera comunità cristiana dell’Urbe, mentre suo padre fu consacrato diacono dal medesimo po...

’O bbusciardo ha dda tené bbone ccerevelle

Il bugiardo deve avere buona memoria per ricordarsi tutte le bugie che dice. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Il proverbio mette in evidenza come il bugiardo di natura debba porsi ad emulare Pico della Mirandola, grande studioso e filosofo vissuto in Italia alla fine del 1400, è passato alla storia, oltre che per i suoi scritti e i suoi studi di teologia, di filosofia, di astronomia, per la sua memoria prodigiosa, avendo sviluppato una tecnica mnemonica che facilitava la memorizzazione di qualsiasi dato. Perché se pur non raggiungendo tale stato, il saper memorizzare e incasellare nel giusto modo le fandonie dette, mette al riparo il bugiardo dalle contraddizioni in cui facilmente cade, se oltre a essere mendace è anche distratta. Una constatazione, quella espressa dall'adagio, che porta a consigliare spassionatamente la sincerità alle persone distratte e sempliciotte, anche se convint...

Hitler animalista soltanto a metà

Un saggio dello storico tedesco Jan Mohnhaupt analizza l’atteggiamento contraddittorio e paradossale del Terzo Reich nei confronti delle bestie di PAOLO VALENTINO, nostro corrispondente a Berlino Che fossero cani o gatti, cervi o leoni, cavalli o lupi, in pochi momenti della storia gli animali sono stati così importanti come durante il nazismo. Per dirla tutta, i primi veri animalisti furono i nazisti. E non solo perché Adolf Hitler era vegetariano, odiava la caccia e aveva probabilmente nel cane pastore femmina Blondi la sua migliore amica. In verità, appena arrivati al potere, nel 1933, i nazionalsocialisti approvarono una legge molto severa per la protezione delle bestie, mettendone al bando l’uso negli esperimenti, punendo ogni forma di tortura e maltrattamento, introducendo precise regole sulla macellazione tese a impedire inutili sofferenze. Come si concilia tutto questo con la brutalità e la crudeltà del regime hitleriano? E fu tutto oro quello che lucev...

Cchiú ncoppa se saglie, cchiú bbutto se piglia

Quanto più sopra si sale più violenta sarà la caduta, così anche nella vita, più in alto si sale più gravose saranno le responsabilità e i sacrifici. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Il proverbio che oggi ci è proposto, si accompagna a un altro, che è più che famoso: "Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente" Motto che si trova per la prima volta nel poema La Celidora, ovvero il governo del Malmantile, di Andrea Agostino Casotti, del 1734. Un detto che invita alla prudenza e a evitare di aspirare a un troppo, che stroppia (o storpia) prima o poi, come anche si dice e che si legge nel dizionario dei proverbi italiani di Carlo Lapucci. Un concetto richiamato dall'allocuzione attribuita al filosofo Lucio Anneo Seneca: "È perverso comunque tutto ciò che è troppo." Un di troppo che purtroppo, se se ne scusa il bisticcio, accertò di essere anche lui alla c...

San Germano di Capua

Oggi - 30 ottobre 2024 - mercoledì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Germano, normalmente indicato con la specificazione “di Capua” che ne indica la città di provenienza, vescovo. Della vita di Germanus (Germano) - questo il suo nome in latino - prima della sua ordinazione episcopale, si hanno pochissime notizie, provenienti per lo più da fonti posteriori alla sua esistenza. Nacque verosimilmente nella seconda metà del V secolo a Capua, fiorente centro della regione Campania, non troppo lontano da Napoli (oggi Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, regione Campania). Di famiglia agiata, desiderò consacrarsi al Signore fin dalla più tenera età e in giovinezza, dopo la morte del padre, si privò degli ingenti beni ereditati per donarli ai poveri. Si ritirò poi a fare vita ascetica, ammirato dal popolo e dal clero, fino a quando, nel 516 circa, fu eletto vescovo della sua città. Mantenne l’ufficio onorevolmente, sempre ama...

’O cielo te scanza ’a chello ca manco te pienze!

Che Dio ti liberi da ciò che non sospetti neppure, possa accaderti. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Il proverbio che ci viene presentato, ci fa pensare a una frase che spontanea spesso sorge per le brutture delle quali veniamo a conoscenza: "Che Dio ce ne scampi e liberi" con quella che similmente è espressa da "Dio ce ne guardi", che ci auguriamo vicendevolmente, perché coscienti dei rischi che corriamo, già solo nell'esistenza quotidiana, nell'umiltà con la quale cerchiamo di far fronte al destino, anteponendo tale augurio al pensiero ottimistico e illusorio che ci fa dire: "A me non può succedere", riguardo alle tante disgrazie che ci riportano le cronache, o il sentito dire da chi ci vive intorno. La frase espressa a mo' di scongiuro, con il verbo scampare, che significa evitare, deriva dall'allocuzione latina: "Quod Deus avertat" , a...

Beata Chiara “Luce” Badano

Oggi - 29 ottobre 2024 - martedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, la Beata Chiara Badano - conosciuta anche con il secondo appellativo di “Luce”, che ne indica l’alto spessore spirituale attraverso il simbolo della luminosità - giovane laica Focolarina. Chiara, questo il suo nome di battesimo, nacque a Savona, in Liguria, il 29 ottobre 1971, dai coniugi Ruggero Badano, camionista, e Maria Teresa, casalinga, vivendo la sua breve esistenza in famiglia, nel vicino paesino di Sassello (in provincia di Savona). Volitiva, tenace, altruista, graziosa e dai lineamenti fini, snella, grandi occhi limpidi e sorriso aperto, amava la natura, la neve e il mare, praticando molti sport. Fin da bambina mostrava un debole per le persone anziane, che copriva di attenzioni. A soli nove anni conobbe il “Movimento dei focolari”, ufficialmente “Opera di Maria”, un movimento internazionale di rinnovamento spirituale e sociale all’interno della Chiesa, che m...

Sant'Onorato di Vercelli

Oggi - 29 ottobre 2024 - martedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda anche, tra i vari santi e beati, Sant'Onorato, conosciuto con la specificazione “di Vercelli” che ne indica la provenienza, vescovo. Di Honoratus (Onorato), questo il suo nome in latino, si conosce pochissimo. Nacque verso la metà del 300, verosimilmente a Vercellae, nella parte nord-occidentale della Penisola Italiana, quando costituiva il territorio metropolitano dell'Impero Romano (oggi Vercelli, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte). Ordinato sacerdote in giovane età, divenne membro del cosiddetto “Cenobio episcopale” della sua città, una comunità per la preparazione dei sacerdoti fondata dal vescovo Eusebio (283-371), primo pastore di quella diocesi e futuro santo. Nel 396, alla morte del locale vescovo Limenio, anch’esso diventato santo, la scelta del successore cadde proprio su di lui, poiché godeva ampia stima da parte di tutto il clero cittadino, tanto che l’i...

’A legge è ffatta p’ ’e fesse

Non tanto fessi ma poveri. Perché le persone ricche e potenti con tutti gli avvocati che hanno riescono sempre a farla franca. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Ci è presentato un proverbio, che sempre si è prestato in ogni tempo, a evidenziare le incongruenze della giustizia umana, per come le leggi promulgate sono applicate senza seguire il principio d'uguaglianza, conformandosi al ceto e alla potenza dei chiamati in causa, come a suo tempo asserì il saggista ed attivista politico-sociale George Orwell: "La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale degli altri." Perché l'ingiustizia della giustizia è uno degli spettacoli più ricorrenti nel teatro del mondo in generale e né da meno è quello italiano. Un'uguaglianza, quella di un imputato chiamato in giudizio, che diventa molto relativa, se gode dell'efficace difesa di un collegio di avvocati, oppure di quel...

Santi Simone e Giuda, apostoli

Oggi - 28 ottobre 2024 - lunedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa dei Santi Simone e Giuda, apostoli. Symeon o Simon (Simone), dall’ebraico Shim'on e Ioudas o Judah (Giuda), dall’aramaico Yehudah - questi i loro nomi rispettivamente in greco antico e in latino (nelle loro traslitterazioni nel nostro alfabeto) - sono due dei dodici apostoli di Gesù. La Chiesa li festeggia congiuntamente perché entrambi furono testimoni della risurrezione del Signore, predicarono il vangelo in Egitto e Mesopotamia, e subirono insieme il martirio in Persia. Le fonti storiche non permettono di conoscere con chiarezza i dettagli della loro vita. Sappiamo tuttavia che nacquero nella Palestina romana, in un anno imprecisato, ma verosimilmente non molto antecedente o seguente la nascita del Messia. Secondo alcuni studiosi, i due sarebbero stati fratelli di sangue. Simone è detto “lo Zelota” o “il Cananeo”, per distinguerlo sia dall’apostolo Pietro, il cui vero nome era lo ...

Se dice ’o peccato e nno ’o peccatore

Si può raccontare un fatto ma non chi l’ha compiuto. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Come ben l'adagio enuncia, far scoprire e condannare uno sbaglio, o un misfatto, è utile affinché non si ripeta, ma se si fa il nome dell'autore, si assume la veste dell'indiscreto, nelle varianti che vanno da pettegolo, a delatore, se non addirittura a spia. Come allo stesso modo, se si rende noto un fatto delicato, è bene astenersi dal rivelare il nome dei protagonisti che ne sono stati coinvolti. Il proverbio quindi mette in luce l'importanza che ha la discrezione e come merita di essere osservata. Un comportamento, quello messo in evidenza da osservare, che è stato sempre spesso disatteso, dando luogo a congreghe, o manifestazioni, che sono state definite in vari modi, da "voci di corridoio" , per giustificare il rendere noti dei fatti che nemmeno riguardano chi vi si adopera,...

Sant’Evaristo, papa

Oggi - 27 ottobre 2024 - XXX domenica del tempo ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Evaristo, papa. Di Evaristus (Evaristo) - questo il suo nome in latino - si hanno poche e non sempre attendibili notizie, provenienti per lo più dal “Liber pontificalis” (“Libro dei papi”), testo del primo medioevo contenente le vite dei pontefici romani, raccolte in ordine cronologico. Secondo tale opera, Evaristo sarebbe nato a Betlemme di Giudea, il villaggio natale di Gesù, in quella che era la Palestina romana (oggi città sotto giurisdizione della “Autorità Palestinese”), in data imprecisata del I secolo, in una famiglia ebraica di cultura ellenistica. Secondo una tradizione leggermente divergente, invece, sarebbe nato in Grecia, sempre nel I secolo, da un ebreo betlemmita di nome Giuda. La sua conversione al cristianesimo, in entrambi i casi, avrebbe avuto origine a seguito del suo trasferimento a Roma, comp...

Ll’ammore accummencia cu ’o canto e ffernesce cu ’o chianto

L’amore comincia con un canto e finisce con un pianto. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Ci presenta il proverbio il triste aspetto con cui si mostra un amore che è finito. Ci sono amori duraturi e altri meno, come quelli che rievoca il proverbio, resi tali da fiammate di passione, o da sintonie d'interessi comuni e di pensiero, scambiate per amore, oppure perché attratti da una beltà esteriore e menzognera che, in prima battuta, nasconde la completa assenza di quella che è interiore. Un fattore che è protagonista, specialmente nella gioventù, è rappresentato dall'inesperienza, che se si accompagna alla superficialità dell'individuo, fa facilmente travisare le fugaci attrazioni dovute a non aver ancora conosciuto il meglio, in sentimenti ingannevoli scambiati per amore, non essendo ancora comparsa la figura giusta che fa sorgere l'amore senza equivoci. I fuochi di paglia rap...

San Folco Scotti, vescovo

Oggi - 26 ottobre 2024 - sabato della XXIX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Folco Scotti, vescovo. Folco - questo il suo nome di battesimo - nacque nel 1164 o 1165 a Piacenza, allora libero comune dell’Italia settentrionale, sulla riva del fiume Po (oggi capoluogo di provincia della regione Emilia-Romagna, al confine con la Lombardia), quando la città faceva parte della “Lega Lombarda”. La sua famiglia d’origine era - con ogni probabilità - imparentata con l’omonima nobile e ricca casata, forse di origine irlandese, che stava in quel momento affermandosi come una delle preminenti della città. Verso il 1185, sui vent’anni, assecondando una già evidente vocazione religiosa, si unì, benché laico, ad una comunità di sacerdoti piacentini che vivevano insieme come i monaci, col nome di “Canonici Regolari di Sant’Eufemia”, in una casa appartenente alla chiesa che portava il nome della stessa santa, nel centro storico cittadino. I preti lo istruir...

’O bbene vallo a ttruvà, ca p’ ’o mmale basta aspettà

Per avere un po di bene nella vita bisogna impegnarsi, anche con sacrifici, mentre per il male basta solo aspettare. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Tra i due estremi, che si presentano come forze contrapposte, in ogni manifestazione della vita, rappresentati dal bene e dal male, ci ricorda, il proverbio, di quanto ci si debba impegnare per conseguire il primo, rispetto alla facilità con cui il secondo spesso si presenta, senza nemmeno il bisogno di cercarlo. E ben si adegua a tale concetto, quello che scrisse in proposito la famosissima pedagogista e educatrice Maria Montessori: “La prima idea che il bambino deve apprendere, per poter essere attivamente disciplinato, è quella della differenza tra bene e male; e il compito dell'educatore sta nell'accertarsi che il bambino non confonda il bene con l'immobilità e il male con l'attività.” Un'allocuzione che conferma pienamente...