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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

Acqua ’e Ggiugno arruina ’o munno.

Acqua ’e Ggiugno arruina ’o munno. La pioggia di Giugno è dannosa per la terra. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Un altro proverbio che si rifà alle previsioni, sui benefici, oppure i danni, in questo caso, che la pioggia avrebbe prodotto all'agricoltura, a seconda del tempo della sua manifestazione, ricordandoci epoche passate, in cui le previsioni che si facevano sui mutamenti che il tempo presentava, erano dovute all'esperienza della loro continua osservazione, con i pronostici più che indovinati che se ne traevano. Un consueto esame fatto specialmente da chi attendeva ai lavori di campagna, adeguando gli impegni a come il tempo si sarebbe presentato, per il grande rilievo e la considerazione che aveva il clima, specie nelle vicende e tradizioni contadine, per lo strettissimo legame esistente tra condizioni meteo e agricoltura. All'assenza della tecnologia odierna, sulle previs

San Giustino, martire

Oggi - 1° giugno 2024 - sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di San Giustino, martire. Iustinus (Giustino), questo il suo nome in latino, nacque attorno al 100 a Flavia Neapolis [letteralmente: “Nuova città di Flavio (l’imperatore)”], fondata dai romani nel 72 d.C. in Samaria, regione tra la Giudea e la Galilea nella Palestina romana (l’odierna Nablus, conosciuta anche come Sichem, una delle più grandi città della Cisgiordania sotto governo palestinese). La sua famiglia d’origine, verosimilmente oriunda romana o greca, si era presumibilmente stabilita da poco in Palestina, al seguito dell’esercito romano guidato dal generale e futuro Imperatore Tito Flavio Vespasiano (9-79), che nel 70 aveva sconfitto gli Ebrei e distrutto il Tempio di Gerusalemme. Giustino, di cultura ellenistica, fu educato nel paganesimo ed ebbe un'ottima istruzione greca e latina, che lo portò ad approfondire la filosofia, tanto da essere successivamente con

Jí truvanno ’o mmale, comme ’e miédece.

Jí truvanno ’o mmale, comme ’e miédece. Andare continuamente in cerca di guai. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Si sofferma il proverbio su chi è perennemente impegnato a complicarsi la vita, invece di accontentarsi di qualsiasi stato abbia raggiunto e vivere sereno. "Chi cerca rogna, la trova", è un vecchio detto, che va di pari passo "con chi cerca briga, l’accatta", proverbio tratto dalla famosa opera di Ludovico Ariosto, "Orlando Furioso": “Come avviene a un cavalier ardito, che cerca briga e la ritrova spesso” e chi i problemi se li cerca non avrà grandi difficoltà a trovarli, perché gli si presenteranno a profusione, come ben sa la persona prudente e equilibrata che i problemi sono sempre dietro l'angolo e fa di tutto per scegliere il percorso giusto, rispetto allo sbagliato che glie li farebbe incontrare. Come ben disse, al riguardo, lo scrittore e saggi

Visitazione della Beata Vergine Maria

Oggi - 31 maggio 2024 - venerdì della VII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria. Questa celebrazione, come chiaramente indica il nome, si riferisce alla visita che Maria - incinta per opera dello Spirito Santo - fece alla sua parente Elisabetta, che nella vecchiaia, pure prodigiosamente, aveva concepito un figlio. L’episodio è ben descritto dall’evangelista Luca nel suo testo (cf. Lc 1, 39-46). Non appena Maria raggiunse ed ebbe salutato Elisabetta, il bambino di quest’ultima le sussulto’ nel grembo. Nel gioioso incontro tra le due future madri, il Redentore che veniva, al saluto di Maria santificò Giovanni Battista, il suo precursore nel grembo di Elisabetta. Allora Maria, rispondendo al saluto della parente ed esultando nello Spirito, magnificò il Signore con il cantico di lode. Il luogo in cui si colloca quest'episodio non ci è tramandato nella narrazione del Vangelo. Luca non dice altro che accadde presso una “reg

Pe na cusella faje n’arrevuoto!

Pe na cusella faje n’arrevuoto! Quando per una piccola e banale cosa si fanno discussioni interminabili ed inutili. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Possono succedere problemi che, per essere risolti, facendo raggiungere un accordo tra le parti, richiedono confronti che possono risultare impegnativi e col tutto il tempo che richiedono, affinché la risoluzione sia esauriente, ma il proverbio mette in luce come può succedere che per una stupidaggine, persone poco capaci di esprimere giudizi, si impegolino in discussioni di lana caprina, come si usa dire, che lasciano il tempo che trovano, se non lo peggiorano. De lana caprina è un latinismo, che mette in luce appunto discussioni su cose futili, oziose o pedantesche, oppure problemi seri, ma affrontati con una superficialità che li peggiora invece di risolverli. Un fenomeno che purtroppo spesso accade, è che certe persone litigano in continuazio

San Giuseppe Marello

Il 30 maggio,  la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Giuseppe Marello, vescovo. Giuseppe, questo il suo nome di battesimo, nacque a Torino, capitale dell’allora Regno di Sardegna (oggi capoluogo della regione Piemonte), il 26 dicembre 1844. Il padre Vincenzo Marello e la madre Anna Maria Viale, gestivano nella città piemontese un fiorente commercio di formaggi, attività che permetteva una condizione agiata alla famiglia. Nel 1847 venne al mondo il secondo figlio, Vittorio. Nel 1848, rimasto orfano di madre all'età di soli quattro anni, fu affidato, col fratellino, alle cure dei nonni paterni abitanti a San Martino Alfieri (in provincia di Alessandria, regione Piemonte). Qui, dove nel 1852 si trasferì anche il padre, frequentò le scuole elementari con successo e assiduamente la parrocchia. Nell’estate del 1856, a dodici anni, come premio per i buoni risultati ottenuti negli studi, il genitore lo condusse in gita nella vicina città di Savona (capoluogo dell’o

Santa Giovanna d’Arco

Oggi - 30 maggio 2024 - giovedì della VIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Giovanna d’Arco (Jeanne d’Arc in francese), vergine, nota con il soprannome di “Pucelle d'Orléans” (“Pulzella d’Orleans”). Nacque il 6 gennaio 1412 a Domrémy, nella regione Lorena dell’allora Regno di Francia (oggi, in suo onore. Domrémy-la-Pucelle, che deriva dal predetto soprannome), da una famiglia di contadini. Quando venne al mondo, il suo Paese, sul cui trono sedeva re Carlo VI, da oltre cinquant'anni era in subbuglio, a causa dei feudatari che miravano a superare in potenza il sovrano e della monarchia inglese, prima dal re Enrico IV e poi del successore Enrico V, che puntavano a impadronirsene. Nel 1420, dopo anni di lotte sanguinose, la situazione precipitò. Il sovrano inglese Enrico V, che in quel periodo aveva conquistato vasti territori francesi unitamente ai suoi alleati Borgognoni, si fece riconoscere con la forza sovrano di u

’A mana deritta se serve d’ ’a mancina.

’A mana deritta se serve d’ ’a mancina. Alcune volte per fare del bene occorre far ricorso a persone o mezzi poco leali ed onesti. Il fine giustifica i mezzi.   Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Tra le varie metafore che caratterizzano le mani, con i pregi e i difetti a loro attribuiti, in contrapposizione al detto che esprime una collaborazione, con una mano che lava l'altra e tutte e due lavano il viso, il proverbio presenta il contrasto tra la mano giusta e la sbagliata, che ci fa venire in mente l'altro adagio "Non sappia la sinistra ciò che fa la mano destra". La stretta di mano, nel saluto, è tradizione antica di millenni ed è la destra che si porge vuota nel saluto, come gesto di intesa e di fiducia, essendo la destra quella che impugnagnava un'arma, a cui si è aggiunto che è la mano che benedice, rispetto alla sinistra, interpretata come quella del diavolo. L'at

San Paolo VI, papa

Oggi - 29 maggio 2024 - mercoledì della VIII settimana del tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Paolo VI, papa. Giovanni Battista Enrico Antonio Maria, questi i suoi nomi di battesimo, noto Giovanni Battista, nacque il 26 settembre 1897 a Concesio, piccolo paese nei pressi di Brescia, in Lombardia, nell’allora Regno d’Italia. Era il secondo dei tre figli della famiglia Montini, composta dall’avvocato Giorgio e della nobildonna Giuditta Alghisi, cattolici praticanti impegnati sul piano politico e sociale. Tra il 1903 e il 1915, a Brescia, frequentò le scuole elementari, poi il ginnasio e parte del liceo nel collegio dei Padri Gesuiti, diplomandosi presso il liceo statale cittadino nel 1916. Nell’autunno di quello stesso anno, seguendo una precoce vocazione religiosa, entrò nel locale seminario e quattro anni dopo, il 29 maggio 1920, fu ordinato sacerdote. Dopo l’estate si trasferì a Roma, dove seguì i corsi di filosofia della Pontificia Univers

Quanno ’a caurara volle, mena súbbeto ’e maccarune!

Quanno ’a caurara volle, mena súbbeto ’e maccarune! Bisogna saper approfittare dell’occasione avuta. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Come metafora di quando il tempo è propizio, è presentata la pentola che bolle, con tanti detti che si riferiscono all'utensile, che nei tempi passati, era di rame. Così che anche si usa dire: Â caurara vecchia, vrognole e pertose, ma va sempe p’’a casa! La pentola vecchia,(ci sono) ammaccature e buchi, ma va sempre bene per casa (cioè continua ad essere usata), allegoria che riguarda gli anziani di famiglia. Mentre "Volle 'a caurara!" è un malizioso riferimento a certi bollori giovanili e “Cavurare ccu cavurare nun si tingeno”, è riferito a due persone simili, che non hanno bisogno di addivenire a compromessi e, per finire, ben si sa come caudara guardata nun vólle maje. Quanto al proverbio presentato, un po' ricorda il latino "carpe

Sant’Emilio vescovo

Oggi - 28 maggio 2024 - martedì della VIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Emilio (o Gemiliano o Emiliano), vescovo e martire. Di Aemilius (Emilio), questo il suo nome in latino, abbiamo pochissime notizie, a cominciare dal suo stesso nome, del quale, come evidenziato, si hanno tre diverse varianti. Si ritiene per lo più che sia nato, vissuto e morto in Sardegna intorno al I secolo dopo Cristo, probabilmente nel capoluogo dell’isola, Cagliari, o nelle sue immediate vicinanze, forse nel territorio dove sorge l’odierno paese di Sestu. Proveniente verosimilmente da una famiglia pagana, si convertì ancora giovane al cristianesimo, divenendo poi sacerdote, fino ad essere eletto vescovo di Cagliari. Durante il suo episcopato, condotto sempre alla sequela di Cristo, si impegnò grandemente nella predicazione e nell’aiuto materiale ai più poveri e bisognosi. In seguito, dovette affrontare la prima persecuzione contro i cristiani, o

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta, perché il suo scopo non è arrivare Lao Tsu Il viaggio della vita, senza prefiggersi mete e né desiderare alcun arrivo, semplicemente godendo di tutte le trasformazioni del qui e adesso, coscienti che la mutazione è sempre in atto, sconvolgendo l'esistenza di chi si aggrappa a certezze, tanto desiderate perché rassicuranti, ma purtroppo sempre deludenti. Il traguardo della vita non è altro che un continuo cambiamento in atto, che sarà adeguato a quello che è realizzato nel percorso e che è da conseguire specialmente da chi teme la fine della vita, affinché realizzi che l'eternità dell'esistenza è al di là di qualsiasi soluzione di continuità, immaginata da chi vive una vita materiale, al di fuori di un minimo di spiritualità. Nella società in cui viviamo, ci infarciscono di cognizioni, ma non ci insegnano a imparare a vivere, affinché fin dalla prima giovinezza riusciamo a realizzare che la vita sulla terra non è che la preparazio

’O munno è cchino ’e guaje, chi ne tène poche e cchi ne tène assaje.

’O munno è cchino ’e guaje, chi ne tène poche e cchi ne tène assaje. Ognuno di noi ha i propri guai, pochi o molti che siano. Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni Si sofferma il proverbio sulla sfortuna e le disgrazie in cui si incorre nella vita sulla terra, tra chi ne ha poche, chi tante, chi se le cerca e chi fa del tutto per riuscire ad evitarle. C'è chi paragona la vita e le sue vicissitudini a una strada, che è piana o in discesa per alcuni, mentre per altri è tutta una salita. Uno scenario multiforme che ci mostra da chi vive negli agi, a chi ne è privo, a chi s'impegna a migliorare il proprio stato, facendo fronte alle traversie che incontra, rispetto a chi si arrende alla minima contrarietà. C'è chi campa beatamente, senza nemmeno rendersene conto, perché non ha problemi di salute, e chi inizia la vita con qualche malattia, a volte grave e del tutto invalidante, mentre chi inco

Sant’Agostino di Cantérbury, vescovo

Oggi - 27 maggio 2024 - lunedì della VIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Sant’Agostino di Cantérbury, vescovo. Della vita di Augustinus (Agostino), questo il suo nome in latino, s’ignora praticamente tutto fino al 596, anno in cui divenne priore del monastero benedettino di Sant’Andrea a Roma (oggi omonimo oratorio nel rione Celio). In base agli scarni dati tramandati, si presume sia nato il 13 novembre 534 a Roma, dove in giovinezza divenne prima monaco e poi sacerdote benedettino. In quegli anni, il pontefice Gregorio I detto “Magno” (dal 590 al 604), futuro santo, era particolarmente attento all’evangelizzazione della Britannia (l’odierna Inghilterra), che, nonostante una prima cristianizzazione operata da monaci celti provenienti dall’Irlanda e dalla Scozia, era ancora per lo più pagana. Il papa desiderava ardentemente portare Cristo a quel popolo, specialmente dopo avere visto, nell’Urbe, il triste spettacolo di molti gio