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Santa Giovanna d’Arco

Oggi - 30 maggio 2024 - giovedì della VIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Giovanna d’Arco (Jeanne d’Arc in francese), vergine, nota con il soprannome di “Pucelle d'Orléans” (“Pulzella d’Orleans”). Nacque il 6 gennaio 1412 a Domrémy, nella regione Lorena dell’allora Regno di Francia (oggi, in suo onore. Domrémy-la-Pucelle, che deriva dal predetto soprannome), da una famiglia di contadini. Quando venne al mondo, il suo Paese, sul cui trono sedeva re Carlo VI, da oltre cinquant'anni era in subbuglio, a causa dei feudatari che miravano a superare in potenza il sovrano e della monarchia inglese, prima dal re Enrico IV e poi del successore Enrico V, che puntavano a impadronirsene. Nel 1420, dopo anni di lotte sanguinose, la situazione precipitò. Il sovrano inglese Enrico V, che in quel periodo aveva conquistato vasti territori francesi unitamente ai suoi alleati Borgognoni, si fece riconoscere con la forza sovrano di un nuovo stato, sino allora inesistente, denominato “Regno Unito di Francia e Inghilterra”, senza che Carlo VII di Francia, detto “il Delfino”, riuscisse a opporsi. Fu in questo cupo clima che, nel 1429, sostenendo di avere ricevuto una chiamata direttamente da Dio per salvare la Francia, Giovanna, umile pastorella analfabeta diciassettenne, dopo aver percorso i ben 2.500 chilometri che separavano il suo paesino dalla sede provvisoria del re a Chinon, nella Loira, al centro della Francia, si presentò alla corte di Carlo VII. Ottenuto di parlare personalmente col sovrano, gli spiegò quanto il Signore le aveva manifestato e gli chiese di poter cavalcare - senza pretesa alcuna di comando - alla testa dell'esercito che andava a soccorrere Orléans (Francia), stretta d'assedio dall'esercito di Enrico VI, poiché questo sarebbe stato un segno molto importante. Nonostante la diffidenza dei consiglieri del monarca, riuscì a convincere il Delfino che cedette alle sue richieste. Così Giovanna, reggendo un bianco stendardo sul quale erano scritti i nomi di Gesù e Maria, si pose alla testa dell'esercito. La notte tra il 4 e il 5 maggio 1429 scoppiò la battaglia, durante la quale Giovanna e la sua armata ruppero l'assedio d’Orléans, sconfissero i nemici e liberarono completamente la città l’8 maggio successivo. Il 18 giugno 1429, guidò l’armata a un’altra clamorosa vittoria nella battaglia di Patay (Loira, Francia), dove la tradizione narra che morirono oltre duemila soldati inglesi e solo tre francesi. Dopo Patay, diverse città in mano agli inglesi si arresero senza colpo ferire. Il 17 luglio 1429, nella cattedrale di Reims (Champagne, Francia), Carlo VII poté essere finalmente consacrato e incoronato re di Francia. Tra alterne vicende, segnate dalle divisioni interne alla nobiltà francese vicina alla corte, parte della quale cercava il compromesso con i Borgognoni (uno dei due partiti che si combatterono durante la Guerra dei Cent'anni, i cui avversari furono gli Armagnacchi) e a un mutato atteggiamento verso la Pulzella, si arrivò così al 23 maggio 1430. Giovanna fu catturata dai Borgognoni, che alcuni mesi dopo la vendettero ai loro alleati inglesi. Le autorità dell’Università di Parigi, timorose di questi ultimi, dietro le forti pressioni ricevute in tal senso, decisero di processarla per eresia e fu presto istituito un “Tribunale Inquisitorio”, composto di ecclesiastici per lo più al soldo degli inglesi, con in testa il vescovo Pierre Cauchon. Il 3 gennaio 1431, re Enrico VI d’Inghilterra, scrisse ai giudici che se non avessero condannato Giovanna come eretica e strega, si sarebbe riservato il diritto di trattenerla. Dopo un estenuante processo, durante il quale Giovanna rispose con sapienza e disse di sottomettersi in tutto al giudizio della Chiesa, nella quale non riconosceva però quei giudici, fu infine condannata con accuse false. Chiese di essere condotta dal Papa (all’epoca Eugenio IV, dal 1431 al 1447), ma i giudici glielo negarono e a nulla valse il tentativo d’intercessione operato da vari uomini di Chiesa. Gli inglesi, infatti, avevano già deciso tutto e volevano condannare Giovanna, detenuta in un castello da loro controllato, per screditare al contempo il re francese che si era fidato degli asseriti “doni mistici” della ragazza. Questi doni, proseguirono anche in carcere e la ragazza sarebbe stata confortata da apparizioni. Il 30 maggio 1431, dopo aver chiesto e ottenuto di confessarsi e ricevere l’Eucaristia, Giovanna fu condannata al rogo e bruciata viva sulla pubblica piazza di Rouen (Normandia). Vuole la tradizione che le fiamme consumarono tutto il suo corpo, tranne il cuore, che gli inglesi gettarono nella Senna. Nel 1455, dopo che i sovrani francesi ebbero riconquistato tutto il regno, Papa Callisto III autorizzò una revisione del processo: l’anno seguente Giovanna fu riconosciuta del tutto innocente e fu dichiarato nullo il processo che l’aveva condannata. Benedetto XV la canonizzò nel 1920 e due anni più tardi fu proclamata patrona di Francia.
IMMAGINE: << “Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims”, olio su tela dipinto nel 1854 dal pittore francese Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). L’opera si trova al Museo del Louvre a Parigi (Francia) >>

Roberto Moggi
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