19 MARZO 2023 - BEATO ANDREA GALLERANI
Oggi - 19 marzo 2023 - essendo la IV domenica “Laetare” (verbo latino che significa letteralmente “Rallegrati”) del tempo di Quaresima, alla luce del Calendario Liturgico Generale, non si celebra la solennità di San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria, normalmente celebrata in questo giorno, trasferita a domani lunedì 20 marzo. L'espressione “domenica Laetare”, deriva dallo incipit (inizio) dell'introito nella messa odierna, che, in latino, inizia con “Laetare Jerusalem” (che significa “Rallégrati, Gerusalemme”). La Chiesa, infatti, nel mezzo del duro cammino quaresimale, con questa particolare domenica vuole sostenere i fedeli e ravvivarne la speranza e la gioia per la Pasqua che si avvicina. In questo giorno sospende le tristezze della Quaresima: i canti della messa non parlano che di gioia e di consolazione, si fa risentire l’organo, rimasto muto nelle tre domeniche precedenti e si sostituiscono i paramenti viola con quelli rosa o rosacei. Tuttavia, in questa data la chiesa ricorda - tra i vari santi e beati - il Beato Andrea Gallerani, laico. Andrea, questo il suo nome di battesimo, nacque a Siena, capitale dell’omonima repubblica toscana nel centro della Penisola Italiana (oggi capoluogo di provincia della regione Toscana) tra la fine del 1100 e i primi anni del 1200, dalla benestante famiglia Gallerani. Nella prima metà del 1200, mentre la Repubblica era ormai di fede “ghibellina” (dalla parte dell’Impero e dei poteri laici contro la Chiesa), divenne un ufficiale dell’esercito cittadino, talmente esperto in strategia e ricco di coraggio da condurre le sue truppe alla vittoria negli scontri contro il libero comune di Orvieto in Umbria, retto da un’amministrazione “guelfa” (sostenitrice del papato). In seguito, a Siena, in quello che si può definire un “duello all’arma bianca”, uccise un uomo che bestemmiava apertamente Dio e che lui aveva vanamente cercato di redarguire. A seguito di questo grave fatto di sangue, fu costretto a fuggire dalla giustizia e dalla vendetta degli amici della sua vittima, nascondendosi in una proprietà che la sua famiglia possedeva sulla costa tirrenica della Toscana appartenente alla Repubblica di Siena. Quando tornò nella sua città natale, però, era diventato un altro uomo. Un profondo ravvedimento interiore e una totale conversione lo avevano avvicinato finalmente al Signore. Non trovò pace se non facendo penitenza e dedicandosi alla carità. Spese tutti i suoi averi per i più miserabili poveri e affamati, fondando anche un ospedale per “gli ultimi”, nel quale servì con grande dedizione tutti gli ammalati e i moribondi. Non pago, fondò i “Fratelli della Misericordia”, che si dedicavano alla cura dei malati e dei poveri, la quale non fu mai un'istituzione religiosa, ma una sorta di “compagnia della carità” formata da laici. Questa “società”, i cui membri indossavano una specie di mantello contrassegnato da una croce e dalla lettera M, continuò fino al 1308, quando si unì all'Ordine dei Frati Predicatori (o Domenicani). Molti miracoli furono attribuiti ad Andrea. In un'occasione guarì il piede di un malato soggetto alla cancrena, che stava per essere amputato. Un’altra volta camminò a piedi per le strade cittadine, senza bagnarsi sotto un forte temporale. In un'altra occasione, tornando a tarda notte da una missione di beneficenza in un luogo lontano, la porta d'ingresso e le porte interne di casa sua si aprirono di propria iniziativa per accoglierlo. Morì a Siena il 19 marzo 1251, pieno di meriti per la sua grande carità. Il suo culto fu confermato il 13 maggio 1798 da papa Pio VI.
Roberto Moggi
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