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Nisciuno te dice: Làvate ’a faccia ca si’ mmeglio ’e me

Nisciuno te dice: Làvate ’a faccia ca si’ mmeglio ’e me.
Nessuno darà mai consigli ad un altro per farlo diventare migliore o più gradito di se stesso.
Il proverbio che ci viene presentato esprime il completo scetticismo su quanto qualcuno sia propenso ad aiutare il prossimo ad essere migliore di quanto già si ritiene lui.
Darsi da fare affinché gli altri migliorino, non è dote comune, un'attitudine che mette in rilievo la qualità della persona, su quanto sia altruisticamente generosa o su quanto sia solo soggetta all'amor proprio, col bisogno che ne sorge che nessuno possa brillare più di lei.
C'è che cercare di aiutare il prossimo, che sia con consigli o con azioni, non sempre si dimostra impresa facile, specialmente per consigli non richiesti e presi come indelicate intromissioni, oppure per aiuti ricevuti che, passato il bisogno, non sono più riconosciuti come tali, da chi nel farlo, si sentirebbe a sua volta sminuito, per non aver raggiunto un obiettivo solo con i suoi mezzi,
Subentra quindi la massima sempre da ricordare da chi è dotato della qualità dell'altruismo: "Fa del bene è scordatene", sempre che il tentativo di aiutare sia ben accetto e non produca ulteriori danni.
C'è poi da considerare che spesso l'altruismo non è altro che egoismo mascherato, di chi nel prodigarsi per gli altri, lo fa solo per sentirsi più importante e necessario.
Recita un proverbio anonimo nel quale ci imbattiamo:
"Dopo il verbo “amare” il verbo “aiutare” è il più bello del mondo."
Una frase più che ben accolta dagli altruisti, ma del tutto ignorata dagli egoisti.
Riguardo al prodigarsi per il prossimo, leggiamo negli scritti di Madre Teresa di Calcutta:
"Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano."
Una persona che diceva di sé stessa:
"Io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio, che sta scrivendo e inviando una lettera d’amore al mondo."
Pensiamo all'altruismo di chi si prodiga nel volontariato, aiutando persone indigenti e senza tetto, se per assurdo, una delle persone aiutate avesse poi successo nella vita, chi l'ha aiutata se ne affliggerebbe?
Chi ha espresso il concetto del proverbio presentato, si può ben dire che tenesse saggiamente i piedi per terra, ben consapevole dei difetti del suo prossimo, ma non tenendo conto delle mosche bianche che ci sono al mondo, più che felici se chi riescono ad aiutare, riscuote poi un successo da loro non raggiunto, per il semplice motivo che il trionfo al quale inconsciamente aspirano, è al di là di qualsiasi miglioramento conseguito dalle persone che loro hanno aiutato.
Ricordiamo quindi che chi si prodiga nell'aiutare e far migliorare gli altri, è sempre migliore di chi, con il suo aiuto, può arrivare a sembrare migliore di lui, un concetto poco immaginabile da molti.
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