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Beata Vergine Maria Madre del Buon Consiglio

Oggi - 26 aprile 2024 - venerdì della IV settimana di Pasqua, la Chiesa ricorda - unitamente ai vari santi e beati - la Beata Vergine Maria Madre del Buon Consiglio, anche detta semplicemente “Madonna del Buon Consiglio” (ricorrenza che assurge al grado liturgico di festa per l’Ordine di Sant’Agostino). La devozione per la Vergine Maria sotto questo titolo, fa capo a un prodigioso affresco della Madonna con Bambino avvolto nell’ombra del mistero e del miracolo, steso su di un sottile strato d’intonaco delle misure di 31 centimetri di larghezza per 42,5 di altezza, staccato dalla sua sede originaria, del quale si ignora l’autore ed il periodo di realizzazione. Rappresenta la Santissima Vergine, dall’incomparabile affetto materno, che tiene tra le braccia Gesù Bambino, entrambi incoronati da un semplice arcobaleno. I colori sono soavi, sottili le linee dei volti ammirevoli. Basta che il devoto si avvicini a Lei, per sentire l’opera dell’azione balsamica nella propria anima. E’ attualmente esposto nel santuario agostiniano che porta il suo nome, nella cittadina di Genazzano, in provincia di Roma. L’affresco, che si chiamava inizialmente “Santa Maria di Scutari”, già nel XIII secolo si trovava in una chiesa della piccola città di Shkoder (Scutari), nel nord-est dell’Albania, non lontana dal mare Adriatico. La Madonna era la patrona del Paese e il santuario che la custodiva si era trasformato nel centro di pellegrinaggio più frequentato della piccola nazione, importante punto di riferimento in materia di grazie e conforto spirituale per tutto quel popolo. Nella metà del XIV secolo, l’Albania viveva un periodo costellato da gravi problemi. Dopo che fu invasa dal potente esercito dell’Impero turco-ottomano, propagatore della religione islamica e persecutore del cristianesimo. Sprovvista di una struttura militare capace di resistere al potente avversario, il popolo afflitto non poteva far altro che pregare e confidare nell’ausilio del Cielo. L’effetto di queste preghiere non si fece attendere e, quando tutto sembrava perduto, giunse sulla scena Giorgio Castriota, chiamato in albanese Scanderbeg (1405-1468), vero uomo di Dio devotissimo della Madonna, condottiero di nobile lignaggio deciso a lottare per salvare la fede cattolica e la libertà del suo Paese. A costo d’immensi sforzi bellici, egli riuscì a mantenere l’unità e la fede cristiana del suo popolo. Le cronache dell’epoca esaltano le sue gesta e quelle dei valorosi albanesi che, spinti dal suo ardore, lottavano al suo fianco. Negli intervalli tra i combattimenti, essi s’inginocchiavano supplicanti ai piedi di “Santa Maria di Scutari”, e da lì uscivano rafforzati, ottenendo portentose vittorie contro l’invasore nemico della fede. Dopo ben ventitré anni di lotta, però, Scanderbeg lasciò la vita terrena a causa della malaria e ciò fu irreparabile per la resistenza albanese. Il popolo si trovava nella tragica alternativa di abbandonare la patria oppure sottomettersi alla schiavitù dei turchi. In questa tragica situazione, la Vergine dell’affresco di Scutari comparve in sogno a due dei valorosi soldati di Scanderbeg, i cui nomi sono tramandati come Georgis e De Sclavis, ordinando loro di seguirla in un lungo viaggio. Una mattina, mentre erano entrambi in fervorosa preghiera ai piedi del dipinto, videro il meraviglioso affresco staccarsi dal muro e, condotto da angeli, avvolto in una candida e luminosa nuvola, uscire soavemente dalla chiesa di Scutari. Attoniti, accompagnarono Nostra Signora che avanzava su per i cieli della cittadina, allontanandosi sempre più, fino a quando si ritrovarono sulla riva del Mare Adriatico. Avevano percorso trenta chilometri senza stancarsi. Ora, sempre avvolta in una candida nuvola, la miracolosa immagine avanzò sopra il mare. Perplessi, Georgis e De Sclavis non vollero lasciarla per nessun motivo. Verificarono, allora, stupefatti, che sotto i loro piedi, le acque si trasformavano in solidi diamanti, tornando allo stato liquido dopo il loro passaggio. Un miracolo che permise loro di camminare sul mare, guidati da Maria. A un certo punto, senza mai stancarsi i due videro nuove spiagge. Si trovavano adesso prodigiosamente nella Penisola Italica. Purtroppo, però, non vedevano più la Signora della nuvola luminosa. Era sparita! Cominciarono quindi, una ricerca instancabile. In quella stessa epoca, nel piccolo paese di Genazzano, non lontano da Roma, viveva una pia e povera vedova ottantenne chiamata Petruccia di Nocera, di grande rettitudine e solida vita interiore, terziaria dell’Ordine di Sant’Agostino. Petruccia era molto devota della Madre del Buon Consiglio, venerata in una vecchia chiesa semidiroccata di Genazzano. Questa pietosa signora aveva ricevuto dallo Spirito Santo, nei giorni precedenti, la seguente rivelazione: “Maria Santissima, nella sua immagine di Scutari, desidera uscire dall’Albania”. Molto sorpresa da questa comunicazione soprannaturale, Petruccia si spaventò ancor più nel ricevere dalla stessa Vergine Santissima l’ordine espresso di edificare il tempio che avrebbe dovuto accogliere il suo affresco di Scutari, con la promessa di essere aiutata in tempo opportuno. Forte della sua fede, la pia vedova iniziò allora a provvedere alla ricostruzione della piccola chiesa, impiegando tutte le sue povere risorse, che finirono quando le nuove pareti del tempio avevano raggiunto soltanto un metro di altezza. Ella diventò così oggetto di scherno e di sarcasmi da parte degli scettici abitanti della piccola città, che la consideravano pazza e imprudente, ma affrontò fiduciosa anche questa difficoltà. Il 25 aprile 1467, festa di San Marco, patrono di Genazzano, alle due del pomeriggio, Petruccia s’incamminò verso la chiesa, passando per il movimentato mercato. Fu allora che, in mezzo al tumulto, tutto il popolo poté ascoltare una melodia di rara bellezza, proveniente dal cielo. Si fece silenzio e tutti notarono che quella musica proveniva da una nuvoletta bianca, così luminosa che offuscava i raggi dello stesso sole. Essa scese gradualmente e si diresse verso la parete incompiuta di una cappella laterale. La folla vi accorse stupefatta e vide la nuvola disfarsi. Sospeso in aria, senza nessun supporto visibile c’era il sacro affresco di Scutari, che fu subito acclamato con il titolo del luogo, la Signora del Buon Consiglio! Un miracolo avvenuto sotto gli occhi di tutti. Fonte di gioia e conforto per Petruccia, quanto per Georgis e De Sclavis, quando poterono arrivarvi. Le autorità del paese e tutto il popolo unanime, confermarono il superiore disegno della costruzione della nuova chiesa, già iniziata grazie a Petruccia. Ebbe inizio, quindi, a Genazzano, un lungo e ininterrotto susseguirsi di miracoli e di grazie che Nostra Signora concesse in quel luogo. Il papa Paolo II (dal 1464 al 1471), appena seppe ciò che era accaduto, inviò sul posto due prelati di fiducia per verificare. Essi constatarono la veridicità di ciò che si diceva e testimoniarono, quotidianamente, innumerevoli guarigioni, conversioni e prodigi realizzati dalla Madre del Buon Consiglio. Nei primi 110 giorni dopo l’arrivo di Nostra Signora, furono registrati ben 161 miracoli. Tra i grandi devoti della Madre del Buon Consiglio, spiccarono i papi San Pio V; Leone XIII (che incluse l’invocazione “Madre del Buon Consiglio” nelle Litanie Lauretane); San Pio X; San Paolo VI; San Giovanni Paolo II e numerosi santi come San Paolo della Croce, San Giovanni Bosco, Sant’Alfonso Maria de Liguori e San Luigi Orione. Nello stesso odierno Santuario di Genazzano, si può venerare anche il corpo incorrotto del Beato Stefano Bellesini, uno dei suoi parroci, grande propagatore della devozione alla Madre del Buon Consiglio. Roberto Moggi
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