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Cattedra di San Pietro apostolo

Oggi - 22 febbraio 2024 - giovedì della I settimana del tempo di Quaresima, la Chiesa celebra la festa della Cattedra di San Pietro apostolo (detta anche semplicemente "di San Pietro"). Si tratta di una tra le festività fondamentali della Chiesa, nella quale si pone in risalto la peculiare missione affidata da Gesù a San Pietro, quando gli disse: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Essa celebra, quindi, il “primato” che Cristo conferì al predetto apostolo e che, tramandato fino a noi attraverso ogni suo singolo successore (i pontefici), continua oggi nel vescovo di Roma in carica, papa Francesco. Per “cattedra”, s’intende il seggio fisso o trono destinato ai vescovi (quindi anche al sommo pontefice), posto permanentemente nella chiesa madre di ogni diocesi, che, proprio da esso, assume il nome di "cattedrale", simbolo dell'autorità del Pastore e del suo magistero ordinario. Nel caso specifico, la “Cattedra di San Pietro” è il prezioso e antichissimo trono ligneo artisticamente lavorato destinato al metropolita della Città Eterna, da sempre tenuto in grande considerazione come simbolo dell’autorità del vescovo romano, chiamato a svolgere il suo peculiare servizio con autorità nei confronti dell’intero "Popolo di Dio" e di tutti gli altri vescovi, in altre parole della Chiesa universale. Attualmente, ciò che resta di questa cattedra, è custodito come reliquia nella Basilica Vaticana, dedicata proprio al “Principe degli apostoli”, all'interno di una grandiosa struttura barocca progettata e realizzata dallo scultore, pittore e architetto napoletano Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) fra il 1656 e il 1665. L'opera è collocata nell'abside di fondo della basilica, sporgente con effetto scenografico dalla cornice architettonica. Al centro si trova il trono in bronzo dorato, al cui interno è situata la cattedra lignea vera e propria. Sullo schienale del seggio è rappresentato l'episodio in cui Cristo esorta Pietro per tre volte a “pascere le sue pecore” (Cf. Gv 21, 15-17). Ai lati, quattro colossali statue anch'esse in bronzo, sono rappresentate nell'atto di sorreggere la cattedra, che pare librarsi senza peso su nuvole di stucco dorato. Queste raffigurano altrettanti Dottori della Chiesa (in primo piano Sant'Agostino e Sant'Ambrogio per la Chiesa latina e in secondo piano Sant'Atanasio e San Giovanni Crisostomo per quella greca). Sopra il trono, in una raggiera di stucchi dorati contornata da angeli, si trova un finestrone di fondo in alabastro (l'unica vetrata colorata dell'intera basilica di San Pietro) raffigurante una colomba, simbolo dello Spirito Santo il quale guida i successori di Pietro nel loro incarico. Secondo la tradizione, questo seggio sarebbe appartenuto proprio all’apostolo Pietro, primo vescovo di Roma e quindi primo papa, che ci si sarebbe seduto per presiedere le varie assemblee liturgiche. Tuttavia, parrebbe ormai accertato che sia in realtà un prodotto artigianale del IX secolo, donato dal re dei Franchi Carlo II detto “il Calvo” (823-877) a papa Giovanni VIII (dall’872 all’882), in occasione della sua discesa a Roma per essere incoronato imperatore. Quest’ultima circostanza, se anche fosse vera, in ogni caso, non avrebbe alcuna importanza riguardo al significato spirituale della festa, che, fin dai primissimi tempi della sua celebrazione, ricorda la “supremazia” di San Pietro, e quindi della Chiesa cattolica, su quella universale. L’odierna ricorrenza pone l’accento sulla potestà pastorale e magistrale di Pietro, onorando l'autorità che Cristo gli conferì, che nella “Cattedra” trovò il suo simbolo e la sua espressione ecclesiale. La “Cattedra di San Pietro” indica quindi la posizione preminente assunta dall’apostolo nel collegio apostolico, dimostrata dall’esplicita volontà di Gesù, che gli assegnò il compito di "pascere il gregge”, cioè di guidare il nuovo popolo di Dio che è la Chiesa. L’investitura da parte di Cristo, ribadita dopo la Risurrezione, fu rispettata e, infatti, Pietro svolse, dopo l'Ascensione, il ruolo di guida. Presiedette all’elezione di Mattia al posto di Giuda Iscariota e parlò in nome di tutti sia alla folla accorsa ad ascoltarlo davanti al Cenacolo, nel giorno della Pentecoste, sia più tardi davanti al Sinedrio. Lo stesso re Erode Agrippa sapeva di infliggere un colpo mortale alla Chiesa nascente se fosse stata attuata l'eliminazione del suo capo. L’origine della relativa festa liturgica risale almeno al III secolo, come ci attesta anche il Calendario del 354, realizzato del letterato e pittore romano Furio Dionisio Filocalo (366-386), calligrafo di papa San Damaso I (dal 366 al 384), nel quale la celebrazione cade il 22 Febbraio. Il Martirologio Geronimiano, un antico catalogo dei martiri cristiani, invece, indica la festa sia il predetto giorno 22 Febbraio che il 18 Gennaio, come tuttora è per il rito Ambrosiano. Per porre fine a questa confusione, papa San Giovanni XXIII (dal 1958 al 1963) riesaminò il Calendario Romano Generale, abolendo le feste considerate “duplicate” e ponendo, quindi, la festa della Cattedra di San Pietro unicamente al 22 Febbraio, data di festeggiamento più antica. 
Roberto Moggi
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