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É mmeglio poco ca niente

É mmeglio poco ca niente.
In caso di necessità è meglio accontentarsi del poco che non avere nulla.
In una società improntata ad un consumismo spesso esagerato, il proverbio oggi presentato, ci esorta alla semplicità del vivere, felici del poco che si ha, rispetto al nulla e gli fa eco il detto "chi si contenta, gode", rispetto a chi, pur conducendo una vita più che agiata, non è mai sazio dei beni che possiede, come scrisse a suo tempo
William Shakespeare:
“Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.”
Chi sa vivere in modo morigerato e sobrio, a prescindere dai beni che possiede, prediligendo una vita improntata alla semplicità, è ricco anche se povero di mezzi.
Rispetto alla metafora rappresentata dall'ottimista e dal pessimista, nel vedere il bicchiere mezzo pieno, o mezzo vuoto, c'è chi è più che soddisfatto se il contenuto del bicchiere riesce a placare la sua sete.
Per quanto si possa soffrire o disprezzare una vita trascorsa in ristrettezze, la persona accorta e saggia, la reputa come il miglior tirocinio offerto dal destino, avendogli insegnato a saper apprezzare e a contentarsi di ciò che è essenziale e a non curarsi di quello che è superfluo.
Un'altra dote che possiamo atribuire a tale figura idealizzata, è quella che gli basta pensare a chi sta peggio di lui per godere ancora di più degli anche pochi beni che possiede e che, nella miglior luce in cui ci si dovrebbe comportare nella vita, la trovi a prodigarsi nei centri di assistenza e nelle mense per i poveri, per aiutare chi versa in condizioni peggiori delle sue.
Purtroppo spesso è comune, a certi esseri umani, di stancarsi di quello che possiedono, cercando il meglio e peggiorando la loro situazione, che li porta a sperare che non succeda il peggio, come accade a chi fa il passo più lungo della gamba.
La scienza dell'economia distingue i beni in primari e secondari, gli uni al primo gradino che fa da base alla ideale piramide economica, e consistenti nell'alimentarsi, nel coprirsi ed avere un tetto sulla testa, mentre i secondi, nei soprastanti gradini che vanno a restringersi, definiti anche di civiltà, soddisfano i bisogni culturali, sempre però che i primi siano stati soddisfatti.
Nella varietà poi, che contraddistingue gli esseri umani, c'è chi rinuncia a qualche bene primario, per soddisfare il bisogno di cultura e chi si cura poco di tale necessità, prediligendo il lusso del superfluo.
Per chi, pur da profano, si diletta nell'acquisire cognizioni in merito, accenno alla famosa piramide di Maslow, che può leggere qui:
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