Passa ai contenuti principali

’A pena ’e ll’ommo tristo po’ ttricà, ma nun po’ mmancà

’A pena ’e ll’ommo tristo po’ ttricà, ma nun po’ mmancà.
La punizione dell’uomo malvagio può tardare, ma di sicuro non mancherà.
Per chi è convinto che esiste il Paradiso e anche l'Inferno, col Purgatorio per quelli giusto un po' cattivelli, ma non tanto, per i malvagi non mancherà la punizione, anche se poi, come consolazione, non è che appaia poi tanto gradevole.
Ha voglia il famoso proverbio, che a Confucio è attribuito, ad invitare a non meditare la vendetta verso il malvagio:
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.“
Che se poi, dopo un'attesa che ha richiesto anni, per il povero disgraziato vessato, maltrattato e pur sempre speranzoso, veder passare l'essere malvagio e fonte delle sue disgrazie, che scoppia di salute, su un panfilo super accessoriato, con tanto di nubiani che lo sventolano, la voglia di suicidarsi viene a lui, visto che ha tutto l'agio di potersi buttare a fiume.
Come ben lasciò scritto Eschilo:
“I malvagi che hanno successo sono insopportabili.”
Ma purtroppo lo sono anche se il successo non ce l'hanno, perché l'insoddisfazione li porta ad essere ancora più malvagi.
Un fenomeno che ha caratterizzato gran parte della prima metà del secolo scorso e che mi sembra sia ritornata molto attuale, è ben riportato da ciò che si legge nel libro: I giorni dell'eternità di
Ken Follet:
“La nostra generazione dovrà pentirsi non solo per le parole e le azioni cariche d’odio dei malvagi, ma anche per lo spaventoso silenzio dei buoni.”
Ci dimostra Hannah Arendt ne "La banalità del male", come un qualsiasi buon padre di famiglia, un burocrate, o in generale una persona normale e banale può ritrovarsi a fare del male, se inserito in un meccanismo politico–sociale o in un apparato poliziesco che lo spingono ad agire senza pensare.
Il nazismo aveva quindi tolto ai tedeschi la capacità di pensare, ovvero di giudicare le proprie azioni. I campi di concentramento non solo hanno distrutto fisicamente ma soprattutto hanno spogliato l’identità di essere uomini, svilendo alla radice la capacità di giudicare i propri atti.
In conclusione, quel campione di malvagità di Eichmann, non sarebbe stato altro che un uomo comune, superficiale e mediocre, incapace di pensare al valore morale dei propri atti. Dietro questa mediocrità, vi è la banalità del male, poiché sono individui banalmente comuni a poter compiere il male. Come Eichmann ce ne potrebbero essere altri milioni: il nazismo infatti non incarna il male in sé, ma il fatto di aver condotto uomini banali, a compiere del male atroce. Lo stesso, in una forma leggermente diversa, potrebbe anche essere applicato agli scienziati che hanno lavorato alla bomba atomica senza pensare alle sue conseguenze.
Siamo abituati a pensare che gli esseri malvagi sono campioni di scelleratezza, perversità, sadismo e di tutte le caratteristiche peggiori dell'umanità, ma spesso sono rappresentati dalle cosiddette persone della porta accanto, di una normalità estrema e coinvolti in un meccanismo perverso, che elimina da loro qualsiasi umanità, senza che ne siano consapevoli.
Di contro a quanto il proverbio ci viene ad enunciare, abbiamo voglia che la punizione ricada sui malvagi, quando spesso a soffrire sono solo i buoni.
Home page   ARGOMENTI

Commenti

Post popolari in questo blog

4 Ottobre 2023 - San Francesco d’Assisi

4 OTTOBRE 2023 - SAN FRANCESCO D' ASSISI Oggi - 4 ottobre 2023 - mercoledì della XXVI settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Giovanni, questo il suo nome di battesimo, nacque nel 1181 o 1182 nel libero comune di Assisi (oggi in provincia di Perugia, regione Umbria, al centro circa della Penisola Italiana), da Pietro Bernardone o Di Bernardone (casato cui alcuni studiosi aggiungono “Dei Moriconi”) e da madonna Pica, insigniti dei rispettivi titoli onorifici di “messere” e madonna” quali rappresentanti della borghesia emergente della città. Il padre, che grazie al commercio di stoffe e tessuti con la Francia aveva raggiunto prestigio e ricchezza, cominciò subito a chiamarlo con l’allora insolito soprannome di Francesco, proprio con riferimento al paese d’oltralpe commerciando col quale aveva fatto fortuna, che divenne il suo appellativo abituale [FF (“Fonti Francescane”) 1395]. Le Fonti e le varie agiografie non pa

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta, perché il suo scopo non è arrivare Lao Tsu Il viaggio della vita, senza prefiggersi mete e né desiderare alcun arrivo, semplicemente godendo di tutte le trasformazioni del qui e adesso, coscienti che la mutazione è sempre in atto, sconvolgendo l'esistenza di chi si aggrappa a certezze, tanto desiderate perché rassicuranti, ma purtroppo sempre deludenti. Il traguardo della vita non è altro che un continuo cambiamento in atto, che sarà adeguato a quello che è realizzato nel percorso e che è da conseguire specialmente da chi teme la fine della vita, affinché realizzi che l'eternità dell'esistenza è al di là di qualsiasi soluzione di continuità, immaginata da chi vive una vita materiale, al di fuori di un minimo di spiritualità. Nella società in cui viviamo, ci infarciscono di cognizioni, ma non ci insegnano a imparare a vivere, affinché fin dalla prima giovinezza riusciamo a realizzare che la vita sulla terra non è che la preparazio

190830 - Liberi dalle aspettative

  TCNCH - 190830 I pensieri di una persona qualunque consapevole di esserlo specialmente rispetto al prossimo.   Non aspettarti dagli altri quello che tu faresti al loro posto. Non sei il metro del mondo   È possibile che siamo convinti di esprimerci con l'atteggiamento e le parole giuste verso gli altri e di non riceverne sempre il riscontro che riteniamo adeguato, ma spesso tendiamo a confondere quella che riteniamo sia la nostra sensibilità con le aspettative che consideriamo doverose da parte del prossimo verso di noi. Quindi, in tali casi, non si tratta tanto di sensibilità, quanto di un atteggiamento egoistico che pretende quello che ritiene dovuto in certe relazioni, che siano di parentela, di amicizia o altro. Cerchiamo di avere meno aspettative possibili dalla vita, dai doveri di famiglia, dal lavoro, dal prossimo e da qualsiasi altra cosa. Impariamo ad agire senza aspettarci ringraziamenti, encomi e riconoscenze. Se ci riusciremo, potremmo scoprire di esserci