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22 Novembre 2023 - Santa Cecilia

22 NOVEMBRE 2023 - SANTA CECILIA
Oggi - 22 novembre 2023 - mercoledì della XXXIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di Santa Cecilia, vergine e martire. Di Caecilia (Cecilia), questo il suo nome in latino, ci sono poche notizie, provenienti per lo più da un anonimo passio postumo, collocabile intorno al 486. Questo documento la identifica nella santa sepolta nelle catacombe romane di San Callisto, fra le vie Appia Antica e Ardeatina, la quale avrebbe subìto il martirio verso il 230, sotto l’imperatore Alessandro Severo (dal 222 al 235), esaltandola come modello perfetto di donna cristiana, che per amore di Cristo professò la verginità e subì il martirio. Dal medesimo atto, sappiamo che Cecilia nacque a Roma da una ricchissima e nobile famiglia romana di religione pagana, nel loro palazzo alle falde del colle Gianicolo, verosimilmente nella seconda metà del II secolo. Qui visse e fu educata fra agi e comodità, dai più rinomati istitutori. Segretamente convertitasi al cristianesimo, andava ogni giorno più distaccando il suo cuore dalle cose terrene. Si recava quotidianamente ad assistere alla santa messa celebrata dal papa Sant’Urbano I (dal 222 al 230) nelle catacombe lungo la via Appia, attesa da una moltitudine di poveri, che ne conoscevano la generosità e la grande carità. Fattasi giovinetta, come consuetudine dell’epoca, fu costretta dalla famiglia a sposarsi con il patrizio Valeriano, pagano. Narra il passio che durante la festa del matrimonio, mentre tutti la attorniavano per festeggiarla, cantando allegramente al suono di numerosi strumenti musicali, lei non partecipava e, in cuor suo, intonava un cantico d’amore al suo mistico vero sposo, Gesù Cristo. In quell’occasione, quando più tardi rimase sola col marito, gli dichiarò apertamente d’essere cristiana e consacrata al Signore, chiedendogli d’essere rispettata nella propria verginità e ammonendolo anche d’avere al suo fianco il proprio angelo custode pronto a difenderla. Soggiunse inoltre che Dio, se fosse stata rispettata, non avrebbe certamente mancato di ricompensarlo. Valeriano rimase scettico e rispose che le avrebbe creduto solo quando avesse potuto vedere con i suoi occhi l’angelo di cui ella parlava. Cecilia, affinché ciò potesse avvenire, lo invitò a convertirsi e farsi battezzare. Lo sposo la rispettò e, poco alla volta, rimase conquistato dalla sua purezza, bontà e fede, fino a quando, desideroso di conoscere Gesù, si fece istruire e battezzare dal pontefice, per poi condividere integralmente l’ideale di purezza della moglie, Fu allora che, tornato dalla sua pia sposa ed entrato nella stanza nuziale, vide un angelo di bellissimo aspetto, che teneva in mano due corone di rose e di gigli intrecciati. A tale vista Valeriano comprese che una di quelle corone era preparata per lui se fosse rimasto sempre fedele a Gesù Cristo. Promise, quindi, di custodire intatta la purezza della sua castissima sposa e divenne ferventissimo cristiano, istruendo e facendo battezzare anche suo fratello Tiburzio. Sotto il regno dell’illuminato Imperatore Alessandro Severo (dal 222 al 235), era stata proibita ogni persecuzione contro i cristiani e la Chiesa ebbe un periodo di tranquillità e di pace. Ma, a turbare nuovamente il mite gregge di Cristo, sorse presto il Prefetto dell’Urbe Almachio, che, essendosi allontanato dalla Capitale il moderato Imperatore, ne approfittò per sfogare il suo odio contro i cristiani, scatenando contro di loro una nuova terribile persecuzione. Nel corso di quest’ultima sopraffazione, Valeriano e suo fratello Tiburzio ricevettero la sorte gloriosa del martirio, venendo entrambi decapitati dopo indicibili torture, sotto le quali non abiurarono la fede. Anche se il racconto non è suffragato da prove documentali, i martiri Valeriano e Tiburzio, sepolti nella catacomba di Pretestato (nei pressi della via Appia), sono storicamente accertati. Cecilia, invece, dopo il processo, riferito con dovizia di particolari dall'autore della “passio” fu condannata a morire asfissiata nella sua stessa camera da bagno, ermeticamente sigillata. I soldati eseguirono l'ordine, ma, aperta la camera dopo un giorno e una notte, trovarono Cecilia sana e salva come se avesse respirato aria purissima. Allora Almachio ordinò che le fosse tagliata la testa. Il boia le vibrò ben tre potenti fendenti al collo, ma non riuscì a staccarle la testa. Cecilia restò in vita poiché aveva ottenuto la grazia di rivedere il Santo Papa Urbano I prima di morire. I confratelli cristiani, prontamente accorsi, la soccorsero e ne raccolsero il sangue come preziosa reliquia. In attesa di questa desiderata visita continuò per tre giorni a professare la fede, incoraggiando gli astanti ad essere forti nella prova. Non potendo proferire parole, espresse con le dita il suo credo in Dio uno e trino. Infine, consolata dal pontefice nel frattempo giunto al suo capezzale, cui donò la propria casa affinchè fosse trasformata in chiesa, in data imprecisata probabilmente compresa nei primi decenni del III secolo, placidamente spirò, andando a raggiungere il suo amato sposo Gesù. Il Pontefice ne fece inumare le spoglie nelle catacombe di San Callisto. Nell'821 le sue spoglie furono trasferite dal papa Pasquale I in una nuova chiesa a lei dedicata, oggi l’omonima basilica nel quartiere romano di Trastevere. Santa Cecilia è particolarmente nota per essere la patrona della musica, un patronato che le è stata attribuito, probabilmente, grazie al citato episodio riportato dal suo passio, nel quale si dice che - durante la festa del suo matrimonio - mentre suonavano gli strumenti musicali, lei cantava soltanto per il Signore.
Roberto Moggi
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