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24 Settembre 2023 - San Pacifico da San Severino

24 SETTEMBRE 2023 - SAN PACIFICO DA SANSEVERINO
Oggi - 24 settembre 2023 - XXV domenica del tempo ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Pacifico, spesso indicato con la specificazione “da San Severino” (che ne indica la provenienza), religioso. Carlo Antonio, questi i suoi nomi di battesimo, nacque il 1° marzo 1653 a San Severino, nella provincia della Marca d’Ancona, appartenente allo Stato della Chiesa (oggi San Severino Marche, in provincia di Macerata, regione Marche). Era l’ultimo dei tredici figli di Antonio Maria Divini e Maria Angela Bruni, borghesi di bassa nobiltà, mediamente agiati e cattolici praticanti. Nel 1657, all’età di soli quattro anni, dopo la morte della madre e il sopraggiungere di difficoltà economiche in famiglia, fu affidato allo zio materno, burbero arcidiacono della locale cattedrale. Le sue biografie parlano di un’infanzia solitaria e meditativa, piegata all’intransigente figura del parente ecclesiastico affidatario, ma già palesante indirizzata a una precoce vocazione religiosa, scandita da frequenti visite alle chiese della città e di raccoglimento presso gli “altarini” che lui stesso allestiva in casa. Confusa di fronte a tanto fervore spirituale, la famiglia chiese lumi circa il comportamento da tenere, rivolgendosi ai Frati Minori Riformati del convento sanseverinate di Santa Maria delle Grazie (una delle maggiori tra le famiglie francescane soggette al Ministro Generale degli Osservanti, che, nel 1897, sarà unita insieme a Osservanti, Recolletti e Alcantarini nell'Ordine dei Frati Minori). I monaci, che ne conoscevano la fede sincera, le pratiche caritatevoli, l’assidua partecipazione alla messa e ai sacramenti, dopo averlo opportunamente interpellato, con l’accordo dei familiari, lo inviarono, per un adeguato discernimento, nel convento francescano di Forano, luogo storico del francescanesimo, sito in Attigliano presso Terni, nel medesimo Stato della Chiesa (oggi provincia di Terni, regione Umbria). La strada intrapresa da Carlo Antonio si dimostrò certamente quella giusta e il discernimento andò a buon fine. Così nel 1670, a diciassette anni, entrò a far parte dell'Ordine dei Frati Minori con il nome di fra Pacifico, nel quale, terminati i necessari studi, fu poi ordinato sacerdote. Le cronache tramandano che, la sua fama di confessore e predicatore dalla parola semplice e apostolica, prese presto a diffondersi nell’intera provincia, al pari delle sue virtù di obbedienza, zelo e mitezza, con l’efficacia dell’esempio e del sermone illuminato. Il 13 e il 28 maggio 1686, le congregazioni provinciali dell’Ordine, riunitesi rispettivamente nelle città di Jesi (Ancona) e Ascoli, entrambe nella provincia pontificia della Marca (oggi tutte e due nella regione Marche), lo elessero prima Vicario e poi Guardiano del convento di San Severino in cui aveva preso forma la sua vocazione. Qui, s’impegnò per un anno a orientare la vita della comunità, indirizzandola verso la povertà, la predicazione e l’insegnamento della dottrina cristiana, particolarmente ai poveri e ai bambini. Inoltre, provvide alla raccolta dei fondi donati ai frati da benefattori e autorità municipali, destinandoli alle opere di carità, al sostentamento della comunità e al restauro del monastero. Soprattutto, improntò la sua azione alla più rigida osservanza della Regola e della disciplina, oltre che alla cura delle attività pastorali, vigilando con fermezza su inadempienze e trasgressioni. Alcuni cenni nella documentazione pervenutaci a suo riguardo, lasciano intendere che la comunità monastica abbia opposto resistenze, a quella che era considerata una sua applicazione estrema e non patteggiata dei regolamenti, dalle linee eccessivamente rigoriste. Le nuove norme più intransigenti, infatti, furono formalmente introdotte soltanto più tardi. Dopo ben tre tentativi non andati a buon fine, nel 1706, 1715 e 1716, furono definite nel 1724, quando il convento Santa Maria delle Grazie divenne ufficialmente un “ritiro”, allineato alla rigida disciplina della comunità romana di San Bonaventura e approvato dal Pontefice Clemente XI (dal 1700 al 1721). Alla fine del 1697, Pacifico rinunciò spontaneamente all’incarico di comando e fece ritorno all’eremo di Forano, dove si trattenne per dodici anni, lasciando memoria di zelo pastorale e di vita ritirata, chiusa persino ai parenti che andavano a visitarlo, oltre che delle penitenze, del fervore, della devozione e delle capacità profetiche. Queste ultime, risultarono prodigiose e infallibili particolarmente sull’autenticità delle vocazioni dei novizi, sulle nomine dei partecipanti ai Capitoli dell’Ordine e sulla “… Sanguinosa guerra con la formidabile potenza ottomana …” (Leggendario francescano, 1722, p. 467, col. 2). Nel settembre 1705, tornò nel convento di San Severino come semplice frate e sacerdote, in pessime condizioni fisiche che, aggravate dalla cecità, gli impedirono col tempo di celebrare la santa messa, confessare e partecipare alla vita comune. Si spense santamente il 24 settembre 1721, all’età di sessantotto anni, nella sua cella. Nei giorni seguenti, al suo corpo rese omaggio “… Ogni sorte di gente, che poi al funerale fu assai più numerosa [...] a tagliargli l’abito, la corda e portare via tutta la Corona …” (Leggendario francescano, 1722, p. 470, col. 1). Fu sepolto prima nella tomba comune dei frati del convento e, dal 1725, nella nuova sistemazione nella cappella delle Grazie del medesimo cenobio, “… Ove Dio per sua intercessione dispensa larghissimi favori per così dire a ogni ora …” (Ranaldi, 1838, p. XXVI). La devozione popolare e i tanti miracoli dovuti alla sua intercessione, accompagnarono l’intero cammino del riconoscimento della sua santità. I processi canonici, aperti nel 1740 e svoltisi secondo le rigorose procedure definite da papa Benedetto XIV, lo portarono alla beatificazione il 4 agosto 1786 e alla canonizzazione il 26 maggio 1839, riconoscendone l’esemplare austerità della penitenza e il sommo candore della vita.
Roberto Moggi
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