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29 Giugno 2023 - Santi Pietro e Paolo

29 GIUGNO 2023 - SANTI PIETRO E PAOLO
Oggi - 29 giugno 2023 - giovedì della XII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo, apostoli. Petros o Petrus (Pietro) e Paulos o Paulus (Paolo), questi i loro nomi rispettivamente in greco (traslitterato nel nostro alfabeto) e latino, portavano originariamente i nomi di Sim'on (Simone) per quanto riguarda Pietro e di Saul (Saulo) per quanto concerne Paolo. La Chiesa li ricorda insieme, quest’oggi, in quanto entrambi appartenenti al ristretto gruppo dei Dodici e accumunati dal martirio, oltre che quali “Padri fondatori” della Chiesa e “Pilastri della fede”. Le loro vite, sospese tra realtà e leggenda, s’intrecciano più volte, sullo sfondo di Roma, capitale di uno degli imperi più grandi e potenti al mondo, popolosa e inquieta, in pieno fermento religioso e culturale. Questo sebbene i due fossero personaggi profondamente diversi, così come dissimili furono i loro modi d’incontro e relazione con Gesù, tanto da entrare anche in disaccordo tra loro su alcune questioni riguardanti i rapporti con giudei e pagani, come la circoncisione. Sebbene la tradizione sostenga la loro presenza a Roma negli stessi anni, non si hanno prove certe di loro incontri, nella quotidianità, nelle strade o nei luoghi nei quali celebravano le prime Messe. Pietro, nato probabilmente sul finire del I secolo a.C. a Bethsaida, sulle rive del cosiddetto “Mare di Galilea” (lago di Tiberiade), nell’omonima regione storica della Palestina romana, povero pescatore ebreo inculturato, fu il primo apostolo che Gesù chiamò con sé. Giunse a Roma qualche decina d’anni dopo la morte del Messia, forse nel 50. Fu un grande predicatore, convertì molti al cristianesimo e, secondo la tradizione, fu il primo Papa della Chiesa, dal 34 circa fino al 64 o 67, quando fu arrestato durante le persecuzioni contro i seguaci di Gesù indette dall’Imperatore Nerone (dal 54 al 68) e subì il martirio. Paolo, invece, nato verosimilmente tra il 5 e il 10 d.C. a Tarso, nella provincia romana della Cilicia (sulla costa mediterranea meridionale dell’attuale Turchia asiatica), da famiglia ebraica osservante e di cittadinanza romana, era un tessitore di tende, acculturato e ben preparato sulla religione ebraica. Si convertì al cristianesimo dopo la famosa visione del Signore sulla via per Damasco (Siria), dove si stava recando ad arrestare i cristiani su mandato del Sinedrio di Gerusalemme. Da quel momento si trasformò e diventò instancabile messaggero della parola di Gesù. Arrestato a Gerusalemme con l’accusa di provocare disordini, si appellò, poiché cittadino romano, al giudizio dell’Imperatore. Nel 61 fu così condotto a Roma, dove visse alcuni anni in una blanda prigionia. Arrestato nuovamente durante le persecuzioni di Nerone, finì, secondo la leggenda, nella stessa prigione dov’era rinchiuso San Pietro, il famoso “Carcere Mamertino”, finendo martirizzato tra il 64 e il 67. Non sono moltissime le informazioni riguardanti il martirio dei due Apostoli, evento di straordinaria importanza nella storia del Cristianesimo, sul quale tuttavia le fonti sono scarse e spesso controverse. Certamente furono uccisi entrambi durante il regno di Nerone, ma la data esatta e le modalità del martirio rimangono dubbie. Sia Pietro sia Paolo si distinsero, giunti a Roma, per la loro predicazione del Vangelo e questo bastò alla loro condanna. L’apologeta, scrittore e filosofo cristiano Tertulliano (155-222), ricorda solo che Pietro fu crocefisso, mentre scrittori posteriori aggiunsero che Paolo fu decapitato e Pietro crocefisso a testa in giù per suo stesso desiderio, non ritenendosi degno di morire come il Signore. Molte fonti indicano il 67 come l’anno esatto di tutte e due le esecuzioni, altre anticipano quella di Pietro al 64. Incertezza anche sul giorno esatto dell’evento, indicato come il 29 Giugno nella tradizione occidentale e il 28 dicembre in quella orientale. Quella in loro onore è una festa antichissima, inserita nel Martirologio Romano molto tempo prima del Natale. Già nel IV secolo, a Roma, si celebravano per i due apostoli tre Sante Messe: una nella chiesa di San Pietro in Vaticano, l’altra in quella di San Paolo fuori le Mura e la terza alle Catacombe di San Sebastiano, dove probabilmente i corpi dei due Apostoli furono nascosti per un certo tempo, all'epoca delle invasioni barbariche. Fin dal giorno del loro martirio, i cristiani hanno avvertito il bisogno di recarsi a Roma per “confessare” la propria fede sulle loro tombe. Il loro culto si diffuse rapidamente in tutto l'Impero. Col passare dei secoli, la città di Roma ha visto sorgere chiese e cappelle in onore dei due, fino alle imponenti e maestose basiliche pontificie che portano i loro nomi. Le strade dei due apostoli si separarono nel tragico epilogo della loro vita. Secondo la tradizione più accreditata, Pietro tentò di scappare da Roma durante la feroce persecuzione, ma poco fuori città, sulla via Appia, l’apparizione di Gesù lo convinse a tornare indietro e affrontare eroicamente il martirio. Alcuni testi apocrifi, in effetti, narrano quello che è probabilmente il racconto più conosciuto legato alla sua figura. A Roma imperversava la persecuzione scatenata da Nerone contro i cristiani. Pietro, il primo Papa, convinto dai suoi fedeli, decise di abbandonare la Capitale. Nella notte, però, mentre lasciava la città percorrendo la via Appia, vide Gesù che gli veniva incontro, procedendo verso l'Urbe. Pietro, che lo riconobbe subito, gli domandò stupito: “Quo vadis, Domine?”, che significa: “Signore, dove vai?”. Cristo gli rispose: “Torno a Roma, per essere crocefisso di nuovo!”. In quel momento l'Apostolo capì che doveva tornare indietro, andando incontro al martirio. Infatti, tornò, fu catturato e portato nel Circo di Caligola ai piedi del colle Vaticano, altura considerata sacra dai pagani. Essendo cristiano, fu condannato alla crocifissione, ma sentendosi indegno di morire come il Maestro Gesù, spiega la tradizione, chiese che la croce fosse eretta al contrario e di essere crocefisso a testa in giù. Paolo, invece, poiché cittadino romano, ebbe il privilegio di una morte meno dolorosa e più rapida. Fu verosimilmente decapitato nel 67 circa sull’antica via Laurentina a sud di Roma, dove sorge oggi l’abbazia delle “Tre Fontane”. La sua esecuzione avvenne nella località denominata “Acque Salvie”, che mutò il nome in “Tre Fontane” dopo che la testa dell'Apostolo, staccata dal corpo, ruzzolò per tre volte sulla terra, facendo sgorgare, a ogni tocco, una fonte d'acqua. A differenza del corpo di Paolo, che venne sepolto in un altro luogo distante da quello del martirio, quello di Pietro fu interrato vicino al luogo del supplizio. Il posto delle loro deposizioni sembra essere certo, ovvero il Vaticano per Pietro e la Via Ostiense per Paolo. Il corpo di San Paolo fu deposto a due miglia dal luogo del martirio, nell’area sepolcrale che la cristiana Lucina possedeva sulla via Ostiense. Fu possibile seppellirlo in una necropoli romana, anche se cristiano, proprio perché cittadino romano. La sua tomba divenne subito oggetto di venerazione. Con la fine delle persecuzioni e la promulgazione degli editti di tolleranza verso il cristianesimo, all’inizio del IV secolo, l’Imperatore Costantino (dal 306 al 337) fece innalzare una Basilica dedicata a San Paolo, consacrata da Papa Silvestro nel 324. Ristrutturata e ingrandita tra il 384 e il 395, la chiesa non cesserà lungo i secoli di essere oggetto di abbellimenti e di aggiunte da parte dei Papi. Nella notte del 15 luglio 1823, però, un incendio la distrusse. Nel 1840 fu ricostruita e riconsacrata dal Pontefice Gregorio XVI. Sul luogo dove venne sepolto San Pietro, prossimo al luogo del martirio, nel II secolo fu edificata un'edicola messa a protezione della sepoltura dell'Apostolo. Costantino diede avvio, nel 324, alla costruzione della Basilica, consacrata nel 329. Fu ristrutturata a cavallo tra il Rinascimento e il Barocco. A livello sottostante si trova la "Tomba di San Pietro", nella quale, secondo la tradizione, sono conservati i resti dell’Apostolo. Pietro e Paolo sono due nomi che nel corso della storia hanno personificato la Chiesa. Anche per gli Orientali, questi due "fratelli nella fede" sono sinonimi di tutto il collegio apostolico, quali pietre fondamentali della vita cristiana.
Roberto Moggi
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