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30 Gennaio 2023 - Santa Martina

30 GENNAIO 2023 - SANTA MARTINA
Oggi - 30 gennaio 2022 - lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra, tra i vari santi e beati, Santa Martina, martire. Di Martina, questo il suo nome anche in latino, si hanno poche notizie, provenienti per lo più da un passio d’autore ignoto risalente forse al VI secolo, il quale si rifà alla precedente tradizione popolare. Secondo questo, nacque a Roma verosimilmente nel III secolo, da una nobile e antica famiglia consolare, della quale si ignora se fosse già convertita al cristianesimo, ma, in ogni caso, lei aderì molto presto alla fede in Gesù, tanto che, rimasta orfana in tenera età, si dedicò con tutto l'ardore della sua anima giovanile a opere di cristiana pietà, distribuendo ai più bisognosi, con la massima generosità, le ricchezze che i suoi le avevano lasciato in grande abbondanza. Nominata “diaconessa” (una di quelle donne cui era affidata la cura dei malati e dei poveri, oltre che taluni uffici liturgici), non evitò mai alcuna miseria umana, sempre pronta e attenta ai bisogni del prossimo. Durante le persecuzioni contro i cristiani, pur consapevole dei gravissimi rischi che correva, non rinunciò mai alle sue attività benefiche e alla intensa opera di evangelizzazione, fino a quando, sotto il regno dell’imperatore Alessandro Severo (dal 222 al 235), fu arrestata come seguace di Gesù. La tradizione tramanda che Martina fu tentata in mille modi, ricevendo promesse e minacce, affinché adorasse gli dei dell'Impero, ma lei, salda nella fede, rispose sempre con fermezza di essere fedele a Gesù e che lo sarebbe stata fino alla fine. Trascinata davanti a una statua del dio Apollo, con la sua preghiera l’avrebbe fatta andare in frantumi, provocando un terremoto che ne distrusse il relativo tempio. Il prodigio si sarebbe ripetuto pure con la statua e col tempio di Artemide. Allora i persecutori, infuriati e più ostinati che mai, infierirono sul suo corpo sottoponendola a crudelissimi tormenti, dai quali però uscì sempre miracolosamente illesa. In effetti, intrisa di grasso caldo, fu condotta nell'anfiteatro e lasciata in balia delle belve affamate, che però prodigiosamente la risparmiarono. Poi fu condannata al rogo, ma, dopo che le fiamme si esaurirono, ne uscì perfettamente illesa. Molti, tra la folla e tra i suoi stessi carnefici, alla vista di quei prodigi, si convertirono. Fu così che il giudice, più che mai irritato, ordinò che fosse decapitata, forse verso l’anno 226. Condotta sul luogo del supplizio, fuori le mura della città, chinò il capo sotto la spada del carnefice, che pose fine a tante sofferenze troncandole il capo. Secondo la tradizione, fu sepolta assieme ai martiri Concordio, Epifanio e compagno nell’antica chiesa romana del Carcere Mamertino (oggi è presente in loco quella di San Giuseppe dei Falegnami, sotto la quale si trova detta prigione). Nel VII secolo, come riporta il Martirologio Romano, papa Dono (dal 676 al 678) le dedicò una basilica nel Foro di Roma [ma secondo altri studiosi questo sarebbe stato il pontefice Onorio I (625-638)], che attualmente, restaurata e rimaneggiata nel corso dei secoli, è la chiesa che porta il titolo dei Santi Luca e Martina, vicino l'Arco di Settimio Severo. Ci volle tempo, poi, perché la sua storia tornasse a essere di pubblico dominio, ben millequattrocento anni dopo il suo martirio. Infatti, nel 1634, l’attivissimo papa Urbano VIII (dal 1623 al 1644), impegnato nel restauro di antiche chiese romane, essendo state rinvenute le reliquie di Martina, ne suggerì ai romani la devozione, fissandone la celebrazione al 30 gennaio e componendone egli stesso l’elogio con l’inno “Martinae celebri plaudite nomini” (“Acclamate il nome splendido di Martina”).
Roberto Moggi
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