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9 Aprile 2022 - San Demetrio di Tessalonica

9 APRILE 2022 - SAN DEMETRIO DI TESSALONICA
Oggi - 9 aprile 2022 - sabato della V settimana del Tempo di Quaresima, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Demetrio di Tessalonica, martire. Di Demetrios o Demetrius (Demetrio), questo il suo nome nella natia lingua greca e in latino, si conosce ben poco. La principale tradizione, accreditata sia dalla maggioranza degli agiografi sia dalla Chiesa Greco-Ortodossa [che gli attribuisce il titolo di “Megalomartire” (Grande martire) e lo considera “Santo miroblita” (uno di quelli il cui corpo, prima o dopo la morte, emana fragranza o lascia colare olio profumato)], vuole che sia stato un diacono dell’antica Tessalonica di Macedonia nella Grecia continentale, martire nel IV secolo. Narrano gli atti che in quest’ultima città portuale sul Golfo Termaico del mare Egeo (oggi Salonicco, Grecia), all’epoca sotto dominio romano, nella parte finale del III secolo e nei primi anni del IV si scatenarono violente persecuzioni contro i cristiani, a seguito degli editti emanati dall’Imperatore Diocleziano (dal 284 al 305) e, durante la Tetrarchia, da Gaio Galerio Valerio Massimiano (dal 293 al 311). Tra i cristiani arrestati in città e nel circondario in quel frangente, si trovava anche il diacono Demetrio, nato sul posto nel corso del III secolo, ritenuto molto pericoloso dalle locali autorità imperiali pagane, poiché particolarmente attivo nella comunità dei credenti e valente predicatore molto amato dal popolo. Egli fu rinchiuso nel carcere delle vicine terme e condotto in catene davanti al Prefetto o - secondo alcuni studiosi - allo stesso Imperatore Galerio Massimiano, che in quel momento si sarebbe trovato in città, venendo invitato senza successo ad abiurare la fede in Gesù e sacrificare agli dei pagani. Nell’arena, intanto, si tenevano i giochi gladiatori, nel corso dei quali l’ormai attempato combattente vandalo di nome Lyaeus, gladiatore di grandissima fama e favorito dalle autorità imperiali, doveva affrontare il giovane e forte Nestore. Nel timore che il prediletto Lyaeus potesse soccombere, le autorità, o forse lo stesso Massimiano, pensarono bene di corrompere il giovane avversario affinché rinunciasse allo scontro o perdesse, ma questo rifiutò il denaro offertogli, ben sapendo di guadagnare molto di più, unitamente a gloria, prestigio e fama, con la vittoria che sentiva sua. Nestore, infatti, colpì a morte il più anziano avversario ed il Prefetto (o può darsi lo stesso Imperatore) si allontanò incollerito. Quando poi gli fu comunicata la notizia, del tutto infondata, che erano state le preghiere di Demetrio a guidare la mano del vincitore, ordinò che egli fosse ucciso a colpi di lancia nel luogo stesso dove si trovava prigioniero. Il martirio ebbe luogo proprio nelle carceri delle terme verosimilmente intorno all’anno 306. Il suo corpo fu seppellito da alcuni compagni di fede nella sua città, sotto uno strato di sottile terra e a lungo dimenticato, fino a quando i resti furono ritrovati quasi due secoli dopo e inumati nella chiesa di San Lorenzo in Campo a Salonicco (Grecia), città della quale è anche il patrono. Oggi le sue reliquie sono conservate nello stesso centro, nella chiesa che in suo onore porta il nome di San Demetrio. Va tuttavia evidenziato come un’altra tradizione, più tarda e sicuramente minoritaria, parzialmente difforme, voglia che Demetrio sia stato un ufficiale romano o addirittura un Proconsole convertito al cristianesimo, martirizzato in modo analogo al precedente. Per questo motivo, in effetti, fu adottato come santo protettore dai Crociati insieme a San Giorgio durante il Medioevo. Il Martirologio Romano ne celebra la memoria il 9 aprile, riprendendo la tradizione del Martirologio Siriaco. 

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