#TCNCH - 211026Impariamo a gestire la nostra autonomia mentale nei riguardi delle persone negative.
Riuscire
a tener lontane le persone negative, ci risolve un inconveniente
temporaneo, ma non il problema di essere incapaci, non solo a
sopportarle, ma ancora di più a renderci mentalmente invulnerabili alla
loro influenza.Se
ci capita di provare un'istintiva irritazione (se non addirittura
repulsione) verso persone che si comportano in modo discutibile e
indisponente verso di noi, con prepotenza, prevaricazione, continue
critiche, molestie (il cosiddetto mobbing, caro agli
italiano-deficienti) ed altre manifestazioni fastidiose, tendiamo, com'è
naturale, a considerare tali persone la principale causa della nostra
afflizione.Esseri
che possiamo ritrovarci in famiglia, nel vicinato o nel lavoro, che ci è
impossibile evitare, che se poi fosse possibile, non ci risolverebbe il
problema a monte, quello costituito da noi.Per
quanto possiamo essere giustificati nell'attribuire a tali individui la
causa del nostro disagio, ci converrebbe focalizzare il problema in
modo diverso, dirigendo l'attenzione verso di noi.**E l'interrogativo che dobbiamo porci è: **"Che cosa c'è di sbagliato in me che mi fa concedere a Tizio il potere d'irritarmi?"In poche parole, spostare il problema da chiunque ci infastidisce al perché diamo agli altri tale potere.Un
esercizio del genere cambia il controproducente atteggiamento passivo,
che ci fa subire le negatività altrui, in quello attivo, molto più
edificante, di riuscire a gestire i nostri stati d'animo, cercando di
trasformare il nostro comportamento, che sia caratteriale o dovuto ad
una educazione improntata all'autoritarismo, che ci ha portati a subire
la dipendenza da chi, ai nostri occhi, gode anche solo di un minimo di
autorità, quando non sia semplicemente un prepotente.Non ci nascondiamo dietro la frase:
"Io sono fatto così e non ci posso fare niente"Anche se non ce l'hanno insegnato, tutti abbiamo il potere di cambiare sia i nostri pensieri che le nostre abitudini.rm
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Riuscire
a tener lontane le persone negative, ci risolve un inconveniente
temporaneo, ma non il problema di essere incapaci, non solo a
sopportarle, ma ancora di più a renderci mentalmente invulnerabili alla
loro influenza.
Se
ci capita di provare un'istintiva irritazione (se non addirittura
repulsione) verso persone che si comportano in modo discutibile e
indisponente verso di noi, con prepotenza, prevaricazione, continue
critiche, molestie (il cosiddetto mobbing, caro agli
italiano-deficienti) ed altre manifestazioni fastidiose, tendiamo, com'è
naturale, a considerare tali persone la principale causa della nostra
afflizione.
Esseri
che possiamo ritrovarci in famiglia, nel vicinato o nel lavoro, che ci è
impossibile evitare, che se poi fosse possibile, non ci risolverebbe il
problema a monte, quello costituito da noi.
Per
quanto possiamo essere giustificati nell'attribuire a tali individui la
causa del nostro disagio, ci converrebbe focalizzare il problema in
modo diverso, dirigendo l'attenzione verso di noi.
**E l'interrogativo che dobbiamo porci è: **
"Che cosa c'è di sbagliato in me che mi fa concedere a Tizio il potere d'irritarmi?"
In poche parole, spostare il problema da chiunque ci infastidisce al perché diamo agli altri tale potere.
Un
esercizio del genere cambia il controproducente atteggiamento passivo,
che ci fa subire le negatività altrui, in quello attivo, molto più
edificante, di riuscire a gestire i nostri stati d'animo, cercando di
trasformare il nostro comportamento, che sia caratteriale o dovuto ad
una educazione improntata all'autoritarismo, che ci ha portati a subire
la dipendenza da chi, ai nostri occhi, gode anche solo di un minimo di
autorità, quando non sia semplicemente un prepotente.
Non ci nascondiamo dietro la frase:
"Io sono fatto così e non ci posso fare niente"
"Io sono fatto così e non ci posso fare niente"
Anche se non ce l'hanno insegnato, tutti abbiamo il potere di cambiare sia i nostri pensieri che le nostre abitudini.
rm
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