NEL CULMINE DELLA BATTAGLIA PENSO A TE
- che da quando hai smesso di lavorare, ti senti inutile;
- che ti chiedi qual è lo scopo dell'esistenza su questa terra, perché non sai dare più un significato alla vita che conduci;
- che eviti di guardarti allo specchio per non deprimerti ancora di più;
- che ti aggrappi alla monotonia delle abitudini per scacciare i pensieri deprimenti che, purtroppo, continuano ad assillarti;
- che non fai che pensare che gli anni di vita che ti aspettano sono sempre meno, rispetto a quelli trascorsi;
- che non fai che lamentarti della vecchiaia, magari ignorando che l'hai fatto con qualcuno che nemmeno la raggiungerà.
- che magari hai perso il compagno o la compagna della tua vita e non riesci a fartene una ragione e a sopportare il vuoto che ha lasciato.
Se ci immaginiamo come guerrieri in un combattimento
sempre più cruento e che non avrà mai fine, pensando agli altri per
incoraggiarli e sostenerli, ciò ci renderà ancora più forti per
continuare la battaglia insieme.
Quella che chiamiamo vecchiaia, anzianità o terza età,
è un traguardo che non tutti raggiungono e quindi prendiamo quest'epoca
come un privilegio negato a tanti. Un privilegio faticoso, che non
regala niente, se ci aspettiamo la considerazione che riterremmo
doverosa per rispetto alla nostra età.
Al destino che riteniamo abbia influito sul nostro vissuto o a qualsiasi entità spirituale,
che immaginiamo pietosa delle nostre vicende, non glie ne frega un
accidente di noi e di chi pensiamo di rappresentare, specialmente se il
nostro approccio a qualsiasi divinità resta nel pedestre razionale che non ci porta da nessuna parte.
Armiamoci di tutte le forze di cui disponiamo, della nostra volontà, del nostro intento e combattiamo la più strenua battaglia imposta dalla vita per il solo piacere di combattere all'estremo, senza aspettarci vittorie che mai conseguiremo, per il solo immenso piacere di essere guerrieri, mai arresi. anche quando vinti, senza aspettarci o chiedere pietà.
E' faticoso, duro e spesso deprimente combattere con un avversario così soverchiante, ma indomiti e inebriandoci di un combattimento
che non sarà mai ad armi pari, come se fossimo, nella lotta, uno di
fianco all'altro, urliamoci l'un l'altro "Nel culmine della battaglia
penso a te" e il tuo pensiero a me sarà rivolto e, fino alla fine, che guarderemo con tutta indifferenza, potremo essere vinti ma mai domi, nel momento più avvincente della vita, perché tale dovrà essere e guai se non lo fosse, per non aver vissuto altro che una vita vana e senza senso.
P.s. Grazie, Iole Barberis, per i tuoi interessanti e costruttivi input e sempre a buon rendere.
E grazie anche a Francesca Orlando per il commento che mi ha ispirato:
Come
cantava Édith Piaf, JE NE REGRETTE RIEN!!! Io non rimpiango niente,
quello che è stato, è stato e non c'è niente da rimpiangere e
recriminare.
Rimpianti e ripensamenti a nulla servono, se non a rovinarci la vita inutilmente.
Siamo
il risultato delle nostre scelte, che ritenevamo giuste quando le
prendemmo e se poi non tutte si sono rivelate tali, consideriamole al
meglio come le migliori lezioni che la vita ci ha impartito e hanno
aumentato la nostra esperienza e la nostra visuale su come la vita
dev'essere vissuta, rendendoci più forti e determinati nel saperla
affrontare.
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