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Riflessioni sull'identità

 

IO:
Tutti iniziamo a vivere pensando a noi stessi e presentandoci con tale pronome.

Per alcuni resta l'unica identificazione che conosceranno e useranno per tutta la vita,
per scelta, sfortuna, incapacità di altre soluzioni, se non addirittura capacità di bastare a sé stessi, senza il bisogno di identificarsi in qualsiasi manifestazione di collettività sociale.
NOI:
Una parola che prima o poi si affaccia con varie sfumature, in ambito famigliare, nel condominio, nel quartiere, nel bisogno di sentirsi parte di qualcosa, che sia la tifoseria di una squadra di calcio, il paese d'appartenenza, il luogo di lavoro.
A volte, semplicemente formale, poco sentita, indotta dalle circostanze e dalle abitudini d'espressione, ma che a volte via via si rafforza, anche se non sempre.
Un'identificazione che può assumere un significato che trascende qualsiasi esempio menzionato.
NOI:
Quando la sentiamo fin dall'inizio come condizione essenziale e niente è più naturale di tale pronome col quale ci identifichiamo.
Non abbiamo bisogno d'altro. Le formalità che sanciscono l'unione (erga omnes) "....... in ricchezza e povertà.... in salute e in malattia....." non abbiamo bisogno di ascoltarle,
sono già date per scontate dentro di noi, dal primo momento.
La crescita cesserà di essere individuale e i cambiamenti che, a priori, si sarebbero visti come compromessi poco desiderabili, cambieranno d'aspetto nel venirsi incontro, amalgamando aspettative ed abitudini, nella maggiore ampiezza che può donare una crescita a due, se così è vissuta.
NOI:
Soltanto noi e IO sarà una parola dimenticata.
rm

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