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200628 - La creazione della felicità

#TCNCH - 200628
Se tendiamo a considerare che la nostra felicità dipenda sempre dalle persone o dai fatti esterni, ci sottoponiamo a una continua dipendenza e in balia delle circostanze che ci coinvolgono.
Dalla dipendenza che si instaura, specialmente nell'infanzia e nell'adolescenza, quando abbiamo bisogno di modelli ai quali conformare la nostra vita, ad una autonomia intellettuale che raggiungiamo (e non tutti) nell'età adulta, per alcuni stati d'animo, in questo caso la felicità, tendiamo a restare dipendenti.
Come faccio ad essere felice, se non ho una compagnia o non sia accaduto qualcosa che mi renda tale? Ma, intanto, sono io capace di rendere felice qualcuno (e qualche volta, la risposta è no)?
Un ottimo esercizio per imparare ad essere felici è quello di cercare di rendere felici gli altri, come succede ogni volta che cerchiamo di insegnare qualcosa al prossimo e, a nostra volta, la impariamo meglio.
Un altro bell'esercizio è quello di realizzare che il nostro organismo è costituito da milioni di esseri intelligenti (le cellule) che reagiscono ai nostri stati mentali (vedi le malattie psicosomatiche). Con la volontà della nostra mente, siamo in grado di riempire di felicità tutti gli esseri che compongono il nostro organismo.
Via via che ci esercitiamo in tale attività, proviamo già delle sensazioni di benessere e anche di felicità che non avremmo mai immaginato.
Tendiamo ad ignorare che la persona più importante che frequentiamo per tutta la nostra vita siamo noi stessi e gli esseri che compongono il nostro corpo.
Coltiviamoci, quindi. Esercitiamoci ad essere autonomi, intanto nella serenità e, se poi ci impegniamo, arriva anche la felicità, quando scopriamo e ci convinciamo che siamo in grado di crearla ogni volta che lo desideriamo.
Certo, c'è da lavorarci e con molto impegno. Niente ci casca in bocca.

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