Passa ai contenuti principali

28 Settembre 2023 - San Venceslao

28 SETTEMBRE 2023 - SAN VENCESLAO
Oggi - 28 settembre 2023 - giovedì della XXV settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Venceslao, martire. Vaclav o Venceslav (Venceslao), questo il suo nome di origine autoctona nella materna lingua ceca, nacque nel 907 circa a Praga, allora capitale del Ducato di Boemia (sostanzialmente corrispondente all’odierna Repubblica Ceca), sottoposto al Sacro Romano Impero. Figlio dei regnanti duchi Vratislao I e Drahomira o Dragomira, tenacemente pagani, crebbe durante la prima diffusione del cristianesimo nel ducato, resa possibile dall’evangelizzazione avviata pochi decenni prima dai missionari e futuri santi Cirillo e Metodio. Sua nonna paterna (ma secondo altre fonti zia paterna) Ludmilla (860-921), già convertita alla fede in Gesù e che sarebbe anch’essa divenuta santa, lo educò cristianamente, pur se avversata decisamente soprattutto da Drahomira, madre di Venceslao. Nel 921, alla prematura morte del padre, era ancora troppo giovane per guidare il suo Paese e così la madre ne assunse la reggenza, promuovendo una serie di misure molto ostili al culto cattolico, alla sua diffusione e al suo insegnamento. Il 15 settembre 921, in una congiura attuata con altri nobili di religione pagana, Drahomira fece strangolare Ludmilla, che si era volontariamente ritirata, dedita a una vita contemplativa e alla preghiera, nel castello di Tetín (Boemia). Cercò, inoltre, senza riuscirvi, di favorire la salita al trono del figlio più piccolo, Boleslao, ritenuto più manipolabile e comunque non influenzato dalla dottrina cristiana. Le cose, però, cambiarono quando Venceslao raggiunse l’età per governare e salì al trono col nome di Venceslao I. Il giovane si adoperò per ristabilire l’ordine in Boemia e ne riprese l’opera di cristianizzazione, mostrando subito d’essere un fedele discepolo di Gesù. Riscattò una moltitudine di schiavi pagani in vendita a Praga e li fece battezzare. Digiunava, partecipava con fervore alle funzioni religiose, portava il cilicio e si faceva apprezzare per il coraggio e per la fede. Quando il Principe Radislao, sovrano di un vicino Principato, invase alla testa del proprio esercito le sue terre, Venceslao lo affrontò e, per evitare di spargere il sangue di tanti soldati, lo sfidò a duello, uscendone vincitore. Dovette anche scontrarsi con quella parte di nobiltà che era rimasta pagana, come la madre e il fratello Boleslao, il quale tentò più volte di ucciderlo e infine ci riuscì con un vile complotto. Quest’ultimo, infatti, invitò Venceslao nel proprio castello di Stará Boleslav (Boemia) e, la mattina del 28 settembre 935, mentre il fratello si recava in chiesa, lo assalì a tradimento alle spalle, armato di spada e con l’appoggio dei suoi sgherri. La tradizione narra che Venceslao parò con la spada il vile assalto e avrebbe potuto colpire e uccidere l’aggressore, evitando di farlo per non spargere sangue fraterno. Fu così assassinato dagli sgherri del germano, che lo colpirono ripetutamente con le spade. Morì senza odio e perdonando tutti, rimettendo la propria anima nelle mani del Creatore, mentre il suo sangue sparso sul pavimento, prodigiosamente, non poté mai essere lavato restando chiaramente visibile. Poco dopo l’efferato fratricidio, Boleslao si pentì, si convertì e si adoperò in prima persona per favorire la diffusione del cristianesimo in Boemia. Il corpo di Venceslao fu poi sepolto a Praga, nella cattedrale di San Vito, dove cominciò subito la sua venerazione, mentre la sua fama di santità si diffondeva ovunque. Oggi è il santo protettore della Repubblica Ceca.
Roberto Moggi
Home page   ARGOMENTI

Commenti

Post popolari in questo blog

4 Ottobre 2023 - San Francesco d’Assisi

4 OTTOBRE 2023 - SAN FRANCESCO D' ASSISI Oggi - 4 ottobre 2023 - mercoledì della XXVI settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Giovanni, questo il suo nome di battesimo, nacque nel 1181 o 1182 nel libero comune di Assisi (oggi in provincia di Perugia, regione Umbria, al centro circa della Penisola Italiana), da Pietro Bernardone o Di Bernardone (casato cui alcuni studiosi aggiungono “Dei Moriconi”) e da madonna Pica, insigniti dei rispettivi titoli onorifici di “messere” e madonna” quali rappresentanti della borghesia emergente della città. Il padre, che grazie al commercio di stoffe e tessuti con la Francia aveva raggiunto prestigio e ricchezza, cominciò subito a chiamarlo con l’allora insolito soprannome di Francesco, proprio con riferimento al paese d’oltralpe commerciando col quale aveva fatto fortuna, che divenne il suo appellativo abituale [FF (“Fonti Francescane”) 1395]. Le Fonti e le varie agiografie non pa

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta, perché il suo scopo non è arrivare Lao Tsu Il viaggio della vita, senza prefiggersi mete e né desiderare alcun arrivo, semplicemente godendo di tutte le trasformazioni del qui e adesso, coscienti che la mutazione è sempre in atto, sconvolgendo l'esistenza di chi si aggrappa a certezze, tanto desiderate perché rassicuranti, ma purtroppo sempre deludenti. Il traguardo della vita non è altro che un continuo cambiamento in atto, che sarà adeguato a quello che è realizzato nel percorso e che è da conseguire specialmente da chi teme la fine della vita, affinché realizzi che l'eternità dell'esistenza è al di là di qualsiasi soluzione di continuità, immaginata da chi vive una vita materiale, al di fuori di un minimo di spiritualità. Nella società in cui viviamo, ci infarciscono di cognizioni, ma non ci insegnano a imparare a vivere, affinché fin dalla prima giovinezza riusciamo a realizzare che la vita sulla terra non è che la preparazio

190830 - Liberi dalle aspettative

  TCNCH - 190830 I pensieri di una persona qualunque consapevole di esserlo specialmente rispetto al prossimo.   Non aspettarti dagli altri quello che tu faresti al loro posto. Non sei il metro del mondo   È possibile che siamo convinti di esprimerci con l'atteggiamento e le parole giuste verso gli altri e di non riceverne sempre il riscontro che riteniamo adeguato, ma spesso tendiamo a confondere quella che riteniamo sia la nostra sensibilità con le aspettative che consideriamo doverose da parte del prossimo verso di noi. Quindi, in tali casi, non si tratta tanto di sensibilità, quanto di un atteggiamento egoistico che pretende quello che ritiene dovuto in certe relazioni, che siano di parentela, di amicizia o altro. Cerchiamo di avere meno aspettative possibili dalla vita, dai doveri di famiglia, dal lavoro, dal prossimo e da qualsiasi altra cosa. Impariamo ad agire senza aspettarci ringraziamenti, encomi e riconoscenze. Se ci riusciremo, potremmo scoprire di esserci