Passa ai contenuti principali

26 Agosto 2023 - Sant’Alessandro di Bergamo

26 AGOSTO 2023 - SANT' ALESSANDRO DI BERGAMO
Oggi - 26 agosto 2023 - sabato della XX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Alessandro, noto principalmente con la specificazione "di Bergamo", martire. Di Alexander (Alessandro), questo il suo nome in latino, si hanno poche notizie, provenienti per lo più dagli atti del suo martirio. Si ritiene che sia vissuto a cavallo tra il III e IV secolo e che fosse un ufficiale dell’esercito imperiale romano, cristiano, originario della provincia dell’Egitto e forse della città di Tebe, nel sud di quel territorio lungo il corso del fiume Nilo. Sarebbe stato capo di una centuria dell’apprezzata e fedele Legione Tebana o Tebea, comandata da Mauritius (Maurizio), futuro santo martirizzato nel 287 circa, composta interamente da soldati cristiani di quella zona, la Tebaide. L’unità militare, normalmente schierata ai confini orientali dell'Impero, fu operativa in Mesopotamia nel corso del III secolo, fino a quando, orientativamente nel 300, fu trasferita nell'Europa centrale e schierata tra la Gallia e la Germania, su ordine dell'Imperatore Diocleziano (dal 284 al 305). Qui, il compito della Legione era di difendere, alle dipendenze del Cesare Massimiano (250-310), i confini nord-orientali dell’Impero contro i Quadi e i Marcomanni, barbari che dal fiume Reno tracimavano nella Gallia. I soldati tebani eseguirono brillantemente gli ordini, assicurando la difesa di quei confini, ma, quando Massimiano ordinò loro di attaccare e sterminare - senza validi motivi - alcune popolazioni ribelli già convertite al cristianesimo, stanziali nella Provincia della Raetia (Rezia, corrispondente pressapoco a parte dell’odierna Svizzera), essi, fratelli di fede, si rifiutarono. Massimiano, allora, ordinò una crudele punizione per l'unità militare che si era ammutinata, facendo applicare loro la cosiddetta “decimazione”, che consisteva nell’immediata esecuzione capitale mediante decapitazione, casuale, di un legionario ogni dieci, mentre tutti erano schierati sotto sorveglianza. L’ordine fu eseguito, ma, nonostante tutto, dopo l’orrenda strage, non si riuscì a portare i sopravvissuti militi cristiani di Tebe, seguaci del Signore, a una cieca obbedienza contro i princìpi del vangelo. In seguito, infatti, quando furono ordinate ai tebani altre azioni repressive dello stesso tipo, contro popolazioni cristiane, l’intera legione rifiutò di nuovo di prestarsi all’inumana disposizione. Tutti i militari restarono coraggiosamente fermi nel rifiuto di compiere qualsiasi tipo di violenza contro i loro fratelli di fede, cosa che portò Massimiano a ordinare che ogni restante milite della legione, composta abitualmente da seimilaseicento legionari, fosse massacrato sul posto. Questo avvenne ad Agaunum, in Raetia (l'attuale Saint Maurice-en-Valais, Svizzera). Così recitano i più antichi resoconti del martirio, secondo la lettera pubblica di Eucherio, vescovo di Lione (circa 434-450), inviata al suo vescovo ausiliare Salvius, anche se i dettagli di questa storia si basano su scarsi riferimenti storici. Tra i pochissimi scampati all'eccidio, in modo miracoloso, vi erano proprio Alessandro e pochi militi a lui sottoposti, tra cui Cassio, Severino, Secondo e Licinio, unitamente ai quali attraversò le Alpi e riparò in Italia. Alessandro si recò a Milano dove, però, fu riconosciuto e incarcerato. In carcere ricevette la visita di San Fedele e del vescovo San Materno e, proprio San Fedele, riuscì a organizzarne la fuga, dandogli modo di riparare nella vicina Como (Lombardia), dove però fu nuovamente catturato. Riportato a Milano, fu condannato a morte per decapitazione, ma, durante l’esecuzione della sentenza, ai vari boia s’irrigidivano letteralmente le braccia, impedendo loro di procedere. Fu allora incarcerato di nuovo, ma riuscì nuovamente a fuggire e raggiungere Bergamo (Lombardia). Qui fu ospitato dal patrizio Crotacio, anch’egli cristiano, che lo invitò a nascondersi da lui per salvarsi la vita. Tuttavia, Alessandro ricusò l’invito e, con sommo coraggio, iniziò a predicare pubblicamente la Parola di Gesù, convertendo molti bergamaschi, tra cui i futuri martiri Fermo e Rustico. Fu perciò catturato ancora. La decapitazione, questa volta, fu eseguita pubblicamente il 26 agosto 303 nella stessa Bergamo, nel luogo ove oggi sorge in suo onore la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna, così chiamata dalla colonna eretta sul suo sagrato per ricordare il punto preciso del martirio.
Roberto Moggi
Home page   ARGOMENTI

Commenti

Post popolari in questo blog

4 Ottobre 2023 - San Francesco d’Assisi

4 OTTOBRE 2023 - SAN FRANCESCO D' ASSISI Oggi - 4 ottobre 2023 - mercoledì della XXVI settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Giovanni, questo il suo nome di battesimo, nacque nel 1181 o 1182 nel libero comune di Assisi (oggi in provincia di Perugia, regione Umbria, al centro circa della Penisola Italiana), da Pietro Bernardone o Di Bernardone (casato cui alcuni studiosi aggiungono “Dei Moriconi”) e da madonna Pica, insigniti dei rispettivi titoli onorifici di “messere” e madonna” quali rappresentanti della borghesia emergente della città. Il padre, che grazie al commercio di stoffe e tessuti con la Francia aveva raggiunto prestigio e ricchezza, cominciò subito a chiamarlo con l’allora insolito soprannome di Francesco, proprio con riferimento al paese d’oltralpe commerciando col quale aveva fatto fortuna, che divenne il suo appellativo abituale [FF (“Fonti Francescane”) 1395]. Le Fonti e le varie agiografie non pa

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta

Il vero viaggiatore non conosce la sua meta, perché il suo scopo non è arrivare Lao Tsu Il viaggio della vita, senza prefiggersi mete e né desiderare alcun arrivo, semplicemente godendo di tutte le trasformazioni del qui e adesso, coscienti che la mutazione è sempre in atto, sconvolgendo l'esistenza di chi si aggrappa a certezze, tanto desiderate perché rassicuranti, ma purtroppo sempre deludenti. Il traguardo della vita non è altro che un continuo cambiamento in atto, che sarà adeguato a quello che è realizzato nel percorso e che è da conseguire specialmente da chi teme la fine della vita, affinché realizzi che l'eternità dell'esistenza è al di là di qualsiasi soluzione di continuità, immaginata da chi vive una vita materiale, al di fuori di un minimo di spiritualità. Nella società in cui viviamo, ci infarciscono di cognizioni, ma non ci insegnano a imparare a vivere, affinché fin dalla prima giovinezza riusciamo a realizzare che la vita sulla terra non è che la preparazio

190830 - Liberi dalle aspettative

  TCNCH - 190830 I pensieri di una persona qualunque consapevole di esserlo specialmente rispetto al prossimo.   Non aspettarti dagli altri quello che tu faresti al loro posto. Non sei il metro del mondo   È possibile che siamo convinti di esprimerci con l'atteggiamento e le parole giuste verso gli altri e di non riceverne sempre il riscontro che riteniamo adeguato, ma spesso tendiamo a confondere quella che riteniamo sia la nostra sensibilità con le aspettative che consideriamo doverose da parte del prossimo verso di noi. Quindi, in tali casi, non si tratta tanto di sensibilità, quanto di un atteggiamento egoistico che pretende quello che ritiene dovuto in certe relazioni, che siano di parentela, di amicizia o altro. Cerchiamo di avere meno aspettative possibili dalla vita, dai doveri di famiglia, dal lavoro, dal prossimo e da qualsiasi altra cosa. Impariamo ad agire senza aspettarci ringraziamenti, encomi e riconoscenze. Se ci riusciremo, potremmo scoprire di esserci