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LUGLIO 2023 - SANTA BRIGIDA DI SVEZIA
Oggi - 23 luglio 2023 - XVI domenica del tempo
ordinario, Pasqua settimanale che ha la prcedenza sulle altre
celebrazioni, la Chiesa ricorda Santa Brigida di Svezia, religiosa,
fondatrice e patrona d’Europa (la cui memoria, se non fosse capitata di
domenica, sarebbe stata onorata col grado litugrico di festa). Birgitta
(Brigida) era il suo nome nella natia lingua svedese, mentre il
cognome (patronimico) era “Birgersdótter”, formato dal nome del padre
(Birger) con l’aggiunta del suffisso femminile “dótter” (figlia) come di
prassi nei paesi scandinavi [per gli uomini si usa “son” (figlio)].
Nacque nel 1303 nella cittadina di Finsta, nella contea dell’Uppland,
sul mar Baltico, nella parte centro-orientale del Regno di Svezia,
quando l’intera Scandinavia era ancora cattolica. I suoi genitori
appartenevano alla più alta nobiltà e il padre, Birger Persson,
ricopriva la carica di “Lagman” (una sorta di governatore) della natia
regione. Si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un
viaggio in mare rischiò di annegare a seguito d’un naufragio, riuscendo
a salvarsi a stento. La notte seguente avrebbe udito la voce della
Madonna spiegarle che era stata salvata per la creatura che portava in
grembo, invitandola a crescerla nell’amore di Dio. A soli dieci anni
Brigida ebbe la prima visione mistica di Cristo e desiderò prendere il
velo della consacrazione, ma suo padre si oppose e, qualche anno dopo,
le impose per ragioni di interesse politico e familiare di sposare il
diciottenne Ulf Gudmarsson, nobile e “Lagman” della vicina Contea di
Närke. Il matrimonio ebbe luogo e, nonostante fosse stato imposto, col
tempo si rivelò felice. Da esso nacquero otto figli, quattro maschi e
quattro femmine, fra cui la secondogenita Katarina Ulfsdotter, che poi
divenne Santa Caterina di Svezia (1331-1381). Nonostante il benessere
del suo ceto sociale, Brigida, insieme al nobile marito Ulf, non si
diede ai piaceri mondani, ma si impegnò nello studio della Sacra
Scrittura, fondò un piccolo ospedale, assistette i poveri e, sia lei che
il coniuge, divennero Terziari Francescani. Fu molto apprezzata anche
per le doti pedagogiche, tanto che venne richiesto il suo servizio alla
corte reale di Stoccolma (capitale del Regno di Svezia). Trovo anche il
tempo per andare in pellegrinaggio a Santiago di Compostela (Regno di
Spagna). La vita di corte la mise in contatto con la travagliata vita
sociale del suo tempo e accese in lei un vivo interesse, in un’ottica
cattolica, per la politica europea. Tuttavia, poiché non aveva mai
smesso di pensare alla vita religiosa, studiò la letteratura mistica e
lesse molto, particolarmente le opere di San Bernardo di Chiaravalle
(1090-1153), che portarono a maggiore perfezione la sua esperienza
spirituale. Per oltre vent’anni fu sposa, madre, educatrice e dama di
corte, sempre nell’umiltà, nella carità e alla sequela di Cristo, fino
alla morte del marito nel 1344. Con la vedovanza, per Brigida venne il
momento della svolta. Decise di indossare un saio color cenere di tipo
francescano, simbolo della povertà e della penitenza che si impegnava a
vivere. Iniziarono per lei le prodigiose rivelazioni celesti, mentre la
sua voce ammonitrice si levava con insolita energia contro il malcostume
del tempo. Usava lettere, messaggi e anche invettive, Brigida aveva una
natura forte e volitiva e nessuna intenzione di chiudere il proprio
orizzonte fra due mura. Mossa dallo Spirito, Brigida fondò infine un
Ordine religioso contemplativo, con rami femminile e maschile,
denominato “del Santissimo Salvatore”. La costruzione della prima
abbazia brigidina iniziò nel 1346, quando il re di Svezia Magnus IV
Eriksson (1316-1374) le donò il castello di Vadstena, città svedese
nella contea dell'Östergötland, affinché lo adibisse a monastero. Per
amore al Papa e per il desiderio di evangelizzare l’Europa, si sentì
spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’Anno Santo del
1350. Giunta nella Città Eterna, non se ne andò più. La sua vita nella
capitale della cristianità era molto austera e totale la sua povertà. La
nobile figlia di Svezia dovette mendicare spesso il pane quotidiano,
mescolata agli altri poveri sugli scalini delle chiese di Roma. Visitò
molte città e località italiane, soprattutto dove si trovavano reliquie
di santi, come Milano, Pavia, Assisi, Bari, Ortona, Benevento, Arielli,
Pozzuoli, Napoli, Salerno, Amalfi e il santuario di San Michele
Arcangelo sul Gargano. Intanto, nel 1362, la donazione alla sua persona
del castello svedese di Vadstena, venne confermata da re Haakon,
successore di Magnus. mentre Papa Urbano V (dal 1362 al 1370) approvò il
relativo monastero il 5 agosto 1370. A questo punto Brigida, dopo avere
compiuto il suo ultimo pellegrinaggio, che la portò in Terra Santa tra
il 1371 e il 1372, preparò per il convento svedese una Regola in
ventisette capitoli. Ormai stabile nell’Urbe, pur se invisa a molti, non
si lasciò mai scoraggiare dalle avversità. Una sera, si racconta, dei
facinorosi romani anticlericali circondarono la sua casa a piazza
Farnese, con l’intenzione di bruciarla viva. Brigida stava proclamando
ad alta voce la biblica lode all’Immacolata: “Tutta bella sei o Maria” e
il gruppo di oppositori le si scagliò contro, ma lei non si scompose e
continuò a pregare. Appena intonò l’ “Ave Maris Stella” i facinorosi si
dispersero prodigiosamente: in ringraziamento alla Santa Vergine,
stabilì allora che da quel giorno quest’inno venisse cantato
quotidianamente in comunità. Ed è ciò che si usa fare ancora oggi nelle
case brigidine di tutto il mondo. Brigida seppe cogliere ed evidenziare
la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e
unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio. Il Redentore e la
Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e
nell’immolazione la salvezza del genere umano. La lode incessante a Dio e
l’impegno per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle
suore di Santa Brigida. Queste, assidue nell’orazione, praticando
l’ospitalità’ secondo il precetto paolino, incentrano tutta la loro
devozione sul dramma del Calvario, su Cristo Crocifisso e sulla Madre
Addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è “Amor
meus crucifixus est”. Brigida scrive di avere vissuto una straordinaria
esperienza mistica, ricca di rivelazioni ricevute da Gesù, dalla Vergine
Maria e da alcuni santi. Tali rivelazioni furono dettate ai suoi padri
spirituali e raccolte in seguito in otto volumi. Oggetto delle
rivelazioni sarebbero anche i disegni di Dio sugli avvenimenti storici, i
destinatari furono sia principi che pontefici. In esse non mancano dure
ammonizioni in tema di riforma morale del popolo cristiano. Nelle
famose “Orazioni di Santa Brigida”, c’è una pia pratica molto diffusa, a
cui sono legate varie promesse dello stesso Gesù: quella di soccorrere
l’anima orante al momento della morte venendo a lei “con la mia
amatissima e dilettissima Madre”. Sono le parole di Cristo apparsole un
giorno: “Metterò il segno della mia croce vittoriosa avanti a lei per
soccorrerla e difenderla contro gli attacchi dei suoi nemici”.
Ecumenismo, unità, rinnovamento interiore: questo il testamento
spirituale lasciato dalla mistica venuta dal Nord. In quella che fu la
sua casa a piazza Farnese nel centro di Roma, dove oggi è la Curia
Generalizia dell’Ordine, si possono ancora visitare le sue stanze.
Brigida vi morì il 23 luglio 1373. Era di sabato, giorno della Madonna.
Quando sentì vicina l’ora del trapasso si fece distendere su un tavolo,
desiderando morire sul duro legno come il suo Salvatore. A cinque anni
dalla sua morte, il 3 dicembre 1378, la regola del suo Ordine fu
approvata dal Pontefice Urbano VI (dal 1378 al 1389), come integrazione a
quella di Sant'Agostino. Successivamente, però, l’Ordine fu spazzato
via dal dilagare della riforma protestante in Europa, che causò anche la
chiusura delle numerose comunità brigidine presenti nel
centro-settentrione del continente. Il monastero di Vadstena, culla
dell’Ordine, profanato, saccheggiato e con i religiosi allontanati a
viva forza, scomparve per oltre cinquecento anni. Ciò nondimeno, per
grazia divina, esso è oggi più vivo che mai, grazie all’opera della
Beata Maria Elisabetta Hesselblad (1870-1957), luterana convertitasi al
cattolicesimo, che l'8 settembre 1911 fondò a Roma una congregazione di
suore con l'abito e il carisma dell’Ordine fondato a suo tempo da
Brigida. Brigida fu canonizzata il 7 ottobre 1391 dal Papa Bonifacio IX.
Patrona di Svezia dal 1º ottobre 1891 per volere di Papa Leone XIII.
Profetessa di tempi nuovi, questa grande santa scandinava, che lavorò
instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da
divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da
Giovanni Paolo II (con Motu proprio del 1° ottobre 1999) copatrona
d’Europa, insieme a santa Edith Stein e a santa Caterina da Siena. Tre
sante per la “casa comune”: una svedese, una polacca e un’italiana; una
aristocratica, una borghese ebrea, una figlia di un mercante. Tre
mistiche uguali e diverse che hanno osato scavalcare le convenzioni
sociali e addirittura proporre, sotto l’impulso dello Spirito, un
autentico risveglio nella Chiesa.
Roberto Moggi
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