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27 Maggio 2023 - Sant’Agostino di Canterbury

27 MAGGIO 2023 - SANT' AGOSTINO DI CANTERBURY
Oggi - 27 maggio 2023 - sabato della VII settimana di Pasqua, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Sant’Agostino di Canterbury, vescovo. Della vita di Augustinus (Agostino), questo il suo nome in latino, s’ignora praticamente tutto fino al 596, anno in cui divenne priore del monastero benedettino di Sant’Andrea a Roma (oggi omonimo oratorio nel rione Celio). In base agli scarni dati tramandati, si presume sia nato il 13 novembre 534 a Roma, dove in giovinezza divenne prima monaco e poi sacerdote benedettino. In quegli anni, il pontefice Gregorio I detto “Magno” (dal 590 al 604), futuro santo, era particolarmente attento all’evangelizzazione della Britannia (l’odierna Inghilterra), che, nonostante una prima cristianizzazione operata da monaci celti provenienti dall’Irlanda e dalla Scozia, era ancora per lo più pagana. Il papa desiderava ardentemente portare Cristo a quel popolo, specialmente dopo avere visto, nell’Urbe, il triste spettacolo di molti giovani angli (come venivano chiamati gli abitanti di detta isola) venduti come schiavi. Il suo cuore era pieno di compassione per loro, tanto da farne riscattare e liberare, nella Capitale come nelle Gallie, molti di quelli convertiti al cristianesimo, per farli studiare in un monastero romano e impiegarli come futuri missionari madrelingua per la loro terra d’origine. Questa strategia, tuttavia, non diede i risultati sperati, al punto che, nel 597, Gregorio indisse una seconda e più approfondita opera di evangelizzazione delle Isole Britanniche, questa volta per mezzo di monaci di comprovata fede e capacità del prestigioso Ordine Benedettino. Per questo chiese, proprio ai monaci del monastero romano di Sant’Andrea, nella persona di Agostino che ne era il priore, di partire per l’Inghilterra a predicare il Vangelo ed evangelizzare quel popolo. Agostino obbedì volentieri e prontamente, facendosi carico in prima persona di organizzare e guidare la missione. Dopo il faticoso viaggio, giunse in Britannia nello stesso anno 597, approdando sull'isola di Thanet, che si trovava nel mare del Nord davanti alle coste dell’Inghilterra sud-occidentale (oggi divenuta una penisola unita alla terraferma), accompagnato da quaranta altri monaci benedettini da lui scelti personalmente, particolarmente culturati e portati per le lingue e l’evangelizzazione. In Britannia il gruppo di missionari fu accolto benevolmente dal sovrano del Kent, uno dei regni dell’isola, che affacciava direttamente sull’oceano, di fronte alla Gallia (oggi omonima regione inglese). Questi era re Ethelbert (552-616 circa), pagano, che concesse loro di stabilirsi nella sua capitale, sita ove oggi sorge Canterbury. Ethelbert volle incontrare per la prima volta Agostino sotto una grande quercia, dalla sua religione ritenuta magica. Secondo le sue credenze, infatti, il possente albero avrebbe dissipato tutta la “magia” che i forestieri cristiani avrebbero potuto esercitare nei suoi confronti. Il re, comunque - secondo la tradizione - affascinato dalla carismatica figura del predicatore, si sarebbe quasi subito convertito, tanto da essere battezzato dallo stesso Agostino appena pochi giorni dopo il suo arrivo. Tuttavia, una lettera di Papa Gregorio I indirizzata alla regina Berta, moglie di Ethelbert, suggerisce che ciò non sia avvenuto prima del 601. In ogni caso, con l’aiuto di Dio l’opera riuscì perfettamente e furono fondate diverse chiese e convertite migliaia di persone. I missionari, ardenti figli di San Benedetto, si erano preparati alla missione con veglie, austerità, digiuni e ferventi preghiere e ora erano pronti a suggellare col sangue la loro fede. Alla loro infuocata parola, fecondata dallo Spirito Santo, le genti accorrevano in gran numero, abbandonavano le loro superstizioni e si lasciavano battezzare. La conversione dello stesso re Ethelbert e della consorte Berta, così radicale che entrambi divennero poi santi, fu seguita da quella di una grande moltitudine di loro sudditi. Si tramanda che, solo nel Natale del 597, furono migliaia i battezzati nelle acque del Tamigi, un successo che Agostino, con i quaranta monaci che lo accompagnavano, attribuiva a Dio. Ovviamente ci volle tempo prima che si potesse evangelizzare l’intera isola britannica, ma né Roma né i Benedettini abbandonarono l’opera iniziata. I membri superstiti dell’antica cristianità britannica si unirono ai nuovi convertiti e l’Inghilterra divenne una delle perle della Cristianità medievale. Nel 601 Agostino fu consacrato vescovo di Canterbury (nel meridione dell’isola britannica), l’antica capitale del regno del Kent, dove, favorito dal dono dei miracoli, attirava le moltitudini a Cristo, facendo mirabilmente progredire la fede di giorno in giorno. Morì dopo pochi anni nella sua diocesi, il 26 maggio 607, ma altre fonti dicono 604 o 605, consumato dalle tante fatiche fisiche e spirituali, Qui fu sepolto nel cimitero dei monaci e, in seguito, nella nuova chiesa del monastero dei Santi Pietro e Paolo. Nel 1538, sotto il regno di Enrico VIII, il monastero fu distrutto e le sue ossa disperse. Nel 1850, dopo la restaurazione della gerarchia cattolica in Inghilterra, l’episcopato inglese sollecitò da Roma l’inserzione di Agostino nel calendario della Chiesa universale. Papa Leone XIII esaudì la richiesta nel 1882. Sant’Agostino di Canterbury è detto l’Apostolo dell’Inghilterra.
Roberto Moggi
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