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Oi dialogoi - 8

 

Dialoghi d'un tempo, quando si era giovani, con uno che cascava e l'altro che pendeva e a spalla volenterosa si adattava, affinché il grullo della coppia s'appoggiasse e non cadesse, l'esimio che si prestava a tal cimento, chiedendosi tra sé perché gli era capitato lo sconsiderato, reduce da trascorsi millantati, da accorciare gambe ed allungare nasi peggio di Pinocchio, sperando che Iole, in veste di fata, non solo fatta, ma pure turchina, si adoperi per riadeguare le misure.
Quando si era giovani, dicevo, e non è che è stato chissà quando, ma sembra che il tempo ci abbia fatto diventare seri e la cosa mi preoccupa, sa com'è, non sia mai detto, oltre che seri, diventassimo anche vecchi e buonanotte ai suonatori che, dall'allegro passerebbero all'adagio e per il requiem il suonarlo è un attimo.

Carmine Barretta
Buongiorno a tutti. PENSIERO DEL GIORNO.
Sapite qual è 'a cosa cchiù impegnativa pe ogne essere umano? 'A bbattaglia ca facimmo pe nun deludere ll' ate.
M
Buona giornata all'aforista esimio, con tutta l'ammirazione per un impegno che io ho tralasciato da un bel po', perché è tanto se non riesco a deludere me stesso, come successe quando dissi a Napoleone che Waterloo sarebbe stata una passeggiata, a Adolfo, che mi teneva tanto in considerazione, che la Russia se la metteva in tasca in una mesata e a Benito che la Grecia poteva considerarla cosa fatta.
Tanto è vero che, anche per prudenza, non do più consigli a nessuno, impegnato come sono nella goduria di pigliare cantonate solo per me.
B
Ne ha fatto di battaglie, lei.
Non mi sbagliavo quando pensavo che lei fosse stato amico di tanti personaggi illustri e illustrati. Però, come dice lei caro Meda, non ha mai raggiunto la Meta. Provi a cambiare i personaggi.
M
Eh, caro mio, rispetto a lei, rotto a ben altre battaglie, con una meta agognata mai raggiunta, anche se ci fosse stata la cognata, con la fama da menagramo conquistata a onor del vero, il vuoto mi si fece intorno.
E sì che ne avevo di buona volontà, come le raccontai di quando giusto glie lo dissi a Mosè.
"Capò, anche se 'so 'n po' acciaccato, si me fate venì, ve do 'na mano a scalpella' le lastre e poi a portalle giù, che so' pesanti"
E quello m'ha risposto: "Pussa via, inetto miscredente, non sia mai detto ti vedesse, saremmo persi, perché rifarebbe il genere umano da capo a piedi, tiè, gioca col vitello d'oro e non rompere gli zebedei e, se continui, ti mando a calci in culo in mezzo ai filistei"
A me, che so' tanto caruccio. Pensi come m'ha trattato quell'egoista che  er protagonista lo voleva fa' da solo.
Che poi 'na lastra je s'è pure rotta e allora s'è guardato attorno e ha bofonchiato "E sti cavoli, invece de quindici, je dico che so' dieci, de comandamenti, che non li sa nessuno, tanto chi m'ha visto?"
E s'avessi detto che l'avevo visto, poi me faceva scorticà, da protagonista e sadico qual'era.
Vorrei proprio vedere lei, con simili esperienze.
B
L'ho sempre immaginato che lei avesse amicizie molto in alto: addirittura dal Monte Sinai. E ci sta proprio in intimità, visto il corposo dialogo che s'è fatto.
La prossima volta me lo saluti. Visto che so trova mi saluti anche Matusalemme, suo coetaneo... se non sbaglio.
M
Co' Mosè, m'arresi e lasciai perdere, dopo la mano che gli avevo dato a trascinà tutti quei matti fuori dall'Egitto e quando divise le acque del mare per portarli fuori dal paese, per convincerli perché pensavano a una bufala, che poco si fidavano del tipo, visto che era stato a pappa e ciccia con la figlia del faraone, ci andai io in mezzo alle acque, strillando a perdifiato:
"Guardate un po', come so' rimasto asciutto!"
E per convincerli di quant'era buona la manna, perché stavano tutti a di' "ma che robb'è?" me la mangiavo con lo sgommarello, facendogli vede' che non schiattavo.
Che almeno m'avesse detto grazie, ma per lui tutto era dovuto, convinto com'era de sta a parla' co' chissà chi.
Ma non mi dica, sa pure del Matusa? Ah già, dimenticavo l'ambiente da lei frequentato per lavoro, dove si può saper ciò che si vuole, rispetto a chi non puote, e mi sa tanto che ha dato una sbirciatina anche al casellario giudiziario, che spero tenga per sé, assicurandole che ciò che vi ha trovato sono tutte dicerie.
Ah, il Matusa! Me lo ricordo come se fosse l'altro ieri, che dire oggi, sarebbe esagerato. Brava persona, anche se sotto sotto, con una certa puzza sotto al naso, perché ci teneva a presentarsi come il settimo discendente dopo Adamo, come se gli altri compagnetti ed io, fossimo spuntati sotto a un cavolo, prima che andasse di moda la cicogna.
Che poi, erano bei tempi, in quanto ad ammucchiate, con la scusa d'ampliare la progenie, visto poi com'era iniziata e la famigliola s'era sì allargata, ma come promisquità, non ci si poteva lamentare, a parte con nonni e bisnonni che, anche a quei tempi, sarebbe sembrato esagerato.
Brava persona, dicevo del Matusa, solo che un altro difetto ce l'aveva: era lento.
Ammazzalo quanto era lento! Ci ha masso così tanto a campà, che i ragazzini che chiedevano ai loro nonni chi fosse, si sentivano rispondere:
"Bò, quand'ero piccolo, già c'era e era pari pari tale e quale."
Fatto sta che un giorno se ne uscì con me, che avevo i figli già in pensione, dicendomi: "Quasi quasi, piglio moglie" "E sarebbe pure ora" risposi "Basta che te sbrighi" e "Sì, mò me metto a annà de prescia" m'ha risposto "Mi guardo intorno e vedo". Ci ha messo 65 anni a guardarsi intorno, perché quando vedeva una che l'attizzava almeno un po', quando alla fine decideva, la tizia era entrata in menopausa.
C'è anche da capirlo, perché lento com'era a crescere, beato lui, a quell'età era ancora un ragazzino.
Alla fine, almeno un figlio riuscì a farlo e diventò pure nonno di Noè. Fatto sta che le chiacchiere di portierato si sprecano, fra chi dice che sarebbe morto prima del diluvio e chi dice dopo, con i secondi a chiedersi da che animale si fosse travestito per imbarcarsi sull'arca del nipote, al quale tanto simpatico non era.
E sì che pure Noè era un bel tipo, coi tre farlocchi che gli erano capitati, ma che furono la mia fortuna, per riuscire a imbarcarmi sull'arca come mozzo.
Le cose che mi fa ricordare lei!
B
Questo suo articolato commento merita una degna risposta, a puntate però. Se vuole e le fa piacere, potrà leggerle su TV7, in seconda serata su Rai uno. Non mi ritenga avaro di parole, ma con lei non si può competere. Effettivamente, occorrono gli anni di Matusalemme. Con Noè in panchina, eventualmente dovesse servire. E cchest'è!
M
Se proprio ci tiene a raccomandarmi a TV7, visto com'è di moda "Dí che ti mando io", veda lei come procedere.
Quanto a Noè, che seicento anni se li portava da dio, quando c'imbarcammo su quel barcone pieno d'animali, che c'era un tanfo peggio di una fogna, e come mozzo, mi toccava buttà fuori dall'arca quintali di letame, cacca e guano, mentre i figlioletti di papà se lo grattavano, tanto che quando ritornò la colomba col rametto, incrociai le braccia e feci sciopero strillando:
"Vabbè pane e lavoro, ma smucinà la merda tutto il giorno non è vita!" così che quando approdammo, mi cacciò dall'arca a bastonate, diceva lui per scarso rendimento.
Insomma se il vegliardo sta in panchina, meglio che mi defilo, tante volte mi si ricordasse.
A proposito del fatto che spalassi merda dalla mattina alla sera, mi farà cosa grata se se la tenesse per sé, sa com'è, non è che fa curriculum, se mi stufassi di fare l'amministratore a ufo e cercassi un'altra occupazione.
B
Mi fa venire in mente la famosa canzone che cantava Alberto Sordi. Ci andrei io, naturalmente
M
Se prima di andarci, la citasse...
Tant'è vero che sto ancora a aspetta' e va a fini' che invecchio pure io, come me disse er Matusa:
"Pensa a 'nvecchia' come te pare, senza st'a guarda' a me, che t'avvilisci".

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