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24 Gennaio 2023 - San Francesco di Sales

24 GENNAIO 2023 - SAN FRANCESCO DI SALES
Oggi - 24 gennaio 2023 - martedì della III settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di San Francesco detto comunemente “di Sales”, vescovo e dottore della Chiesa. François (Francesco), questo il suo nome in francese, nacque il 21 agosto 1567 a Sales, castello della propria famiglia d’origine a circa una ventina di chilometri da Annecy, capitale del Ducato di Savoia (oggi omonima regione del sud-ovest della Francia, a ridosso delle Alpi). Primogenito della decaduta famiglia di bassa nobiltà rurale Boisy, ricevette una raffinata istruzione, finalizzata al tentativo di risollevare con lui le fortune familiari. Studiò nei migliori collegi di Annecy e poi di Parigi (Regno di Francia), dove conseguì una solida preparazione nelle discipline umanistiche. Nel 1588 scese in Italia e intraprese gli studi di diritto presso la prestigiosa università di Padova, nella repubblica di Venezia (oggi capoluogo di provincia della regione Veneto). Qui soggiornò tre anni, fino al 1591, dedicandosi con profitto allo studio, mentre - a seguito di lungo discernimento sotto la guida del proprio padre spirituale, il Gesuita Antonio Possevino, diplomatico dello Stato Pontificio - divenne sempre più consapevole della propria vocazione religiosa. Nel 1591, dopo aver conseguito la laurea in diritto ed essere tornato a casa, dovette affrontare un lungo e travagliato combattimento spirituale. Da un lato c’era l’ambizione del padre che lo voleva avvocato e senatore, scegliendo per lui anche la giovanissima nobildonna che avrebbe dovuto sposare, mentre dall’altro c’era la sua unica vera aspirazione, quella di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Con la preghiera e l’aiuto del Signore, riuscì a resistere a ogni pressione paterna e a vincere ogni lusinga mondana, dando alla sua vita la svolta tanto agognata ed entrando in seminario. Fu ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593 e nominato arciprete del capitolo della cattedrale di Ginevra, capoluogo dell’omonima limitrofa repubblica (oggi cantone della Svizzera). Francesco si distinse presto per il grande zelo e la carità, palesando anche doti diplomatiche che lo contraddistinsero per tutta la vita. Di tali qualità fornì prova esemplare nella difficile missione apostolica alla quale fu destinato, dal 1594 al 1598, nel massiccio montuoso dello Chablais (compreso orientativamente tra la parte settentrionale della Savoia e la zona a sud del lago di Ginevra) dove imperversava l’eresia del Calvinismo (confessione protestante sorta in quel secolo, per opera del riformatore francese Jehan Cauvin, noto come Giovanni Calvino). Qui si dedicò soprattutto alla predicazione itinerante, scegliendo non la contrapposizione polemica con i protestanti, ma il dialogo. Per evangelizzare quanti non avesse potuto raggiungere con le sue pubbliche catechesi, escogitò il sistema di fare affiggere, nelle chiese e nei luoghi pubblici più frequentati, dei manifesti riportanti i medesimi insegnamenti, redatti in semplice e agile stile di grande efficacia, comprensibili anche ai meno acculturati. Questa intuizione dette frutti notevoli, tanto da determinare numerose defezioni nelle roccaforti calviniste. Dal 1598 al 1602, sperimentò una serie di tristi accadimenti: la morte del padre, il sopraggiungere di serie difficoltà economiche, i conflitti diplomatici e l’occupazione della Savoia da parte della Francia. Questi fatti, però, non attenuarono minimamente né la sua fede, né il suo impegno apostolico, tanto che la sua fama si diffuse velocemente, pur restando egli sempre umile. Prova di ciò, si ha nel fatto che bisognò proprio insistere affinché, nel 1599, accettasse la nomina a vescovo ausiliare di Ginevra, dopo soli sei anni di sacerdozio, subito ratificata da papa Clemente VIII. Nel 1602, alla morte di monsignor De Granier, assunse la carica di vescovo titolare di Ginevra e, da quel momento, si spese completamente per l'applicazione nella sua diocesi delle riforme promulgate dal Concilio di Trento (1545-1563). Intanto, poiché la città era ancora nel suo complesso in mano ai riformati, dovette trasferire la sua sede ad Annecy. Infaticabile nella predicazione, nella catechesi, nell’amministrazione dei sacramenti e nelle visite pastorali, conquistò i cuori di tutti con il suo amore di Dio, la sua semplicità e la sua dolcezza. Al contempo, non mancò neppure di tracciare le linee di una propria specifica spiritualità sacerdotale. Nel 1604, durante una missione, conobbe a Digione (Francia centro-orientale) la baronessa vedova Jeanne-Françoise (Giovanna Francesca) Frèmyot De Chantal (1572-1641), eccezionale figura di donna autenticamente alla sequela di Cristo, che sarà canonizzata nel 1767, con la quale iniziò una profonda amicizia spirituale, che portò i due alla fondazione della “Congregazione diocesana della Visitazione di Santa Maria” (successivamente “Ordine della Visitazione”), istituto di vita monastica femminile senza obbligo di clausura, costituito ad Annecy nel 1610. Francesco volle che la nuova fondazione rinunciasse ad ogni forma eccessiva di austerità corporale, aprendosi in tal modo anche a persone di salute cagionevole (in quei tempi solitamente non ammesse alla vita religiosa), per essere piuttosto una scuola di preghiera, contemplazione e “ascesi del cuore”, palestra interiore necessaria anche per potersi dedicare al servizio sociale e pratico dell’apostolato e della carità. In questo modo, le suore “della Visitazione” o “Visitandine” potevano essere completamente di Dio senza essere distaccate dal mondo. Nel 1609, intanto, fece stampare la sua “Filotea” o “Introduzione alla vita devota”, la sua prima e fondamentale opera letteraria ascetica, che avrà anche un grande successo editoriale. Nel 1616, qualche anno dopo, diede alla luce il “Teotimo” o “Trattato dell’amor di Dio”, dove è compendiato lo spirito della vera devozione religiosa come lui la intendeva. Tale dedizione, secondo lui, non doveva essere una mera manifestazione esteriore, né una pratica rigida, com’era d’uso a quei tempi, bensì un costante perfezionamento di se stessi nell’unione perfetta con Dio e nell’esercizio delle virtù teologali. I suoi sono testi fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi. Quello dell' “Amor di Dio”, fu l'argomento con il quale convinse a tornare in seno alla Chiesa cattolica parecchi recalcitranti “Ugonotti” (come erano chiamati gli appartenenti al gruppo dei protestanti francesi che presero parte alle lotte di religione dei secoli XVI e XVII, facendo propri gli ideali religiosi ed etico-politici dei calvinisti). Poi, sempre nel 1616, ci fu la fondazione di un primo monastero “della Visitazione” a Lione (Francia del sud-est), avvenuta su richiesta del locale arcivescovo monsignor de Marquemont. Questo primo convento rappresentò una svolta nella vita della piccola congregazione diocesana delle “Visitandine” e sarà il preludio della sua trasformazione in ordine religioso nel 1618. Fino all’ultimo dei suoi giorni Francesco fu sempre laboriosamente alla sequela di Cristo, spirando a Lione il 28 dicembre 1622, nella stanzetta del cappellano presso il monastero delle suore della Visitazione. Il 24 gennaio 1623 le sue spoglie furono traslate ad Annecy, nella chiesa oggi a lui dedicata, ma in seguito nella basilica della Visitazione sulla collina adiacente alla città, accanto a quelle di Santa Giovanna Francesca Frèmyot de Chantal. Venne canonizzato nel 1665. Francesco “di Sales”, considerato uno dei principali rappresentanti dell'umanesimo devoto e padre della spiritualità moderna, ha influenzato le maggiori figure di tutto il seicento europeo. A lui si sono ispirate parecchie congregazioni religiose, tra le quali la Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco a Torino, nel 1859. Nel 1877, per la sua importantissima produzione letteraria, gli venne anche conferito il titolo di dottore della Chiesa.
Roberto Moggi
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