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19 Gennaio 2023 - Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface

19 GENNAIO 2023 - SANTI MARIO, MARTA, ABACO E AUDIFACE
Oggi - 19 gennaio 2023 - giovedì della II settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari altri, i Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface, martiri a Roma. Di Marius (Mario), Martha (Marta), Habacuc (Abaco) e Audiface, questi i loro rispettivi nomi latini (l’ultimo uguale all’italiano), si conoscono scarse e poco precise notizie, provenienti per lo più da un “passio” del VI secolo, considerato attendibile solo parzialmente. Si ritiene, per lo più, che i quattro fossero membri di un’unica famiglia cristiana di Roma, formata dai coniugi Mario e Marta e dai loro due figli Abaco e Audiface. Essi, originari della Persia, sarebbero giunti a Roma verso il 270, per venerare le reliquie dei martiri della cristianità, com’era frequente tra i primi seguaci di Gesù, finendo per stabilirsi nella Capitale dell’Impero Romano. Altra ipotesi, è che siano giunti nell’Urbe almeno una ventina d’anni dopo, mentre imperversava una grande persecuzione contro i cristiani, ordinata nel 293 dall’imperatore Diocleziano (regnante dal 284 al 305). Tuttavia, recenti studi agiografici ritengono non sicura l’origine persiana dei quattro e la loro stessa appartenenza a un unico nucleo familiare, dando per probabile che si trattasse di cristiani non legati da vincoli familiari, provenienti dal vicino centro di “Lorium” sulla via Aurelia, nei pressi di una villa imperiale distante circa dodici miglia da Roma (oggi identificabile nella località periferica Castel di Guido della Capitale). A prescindere dalla loro plausibile parentela, la tradizione narra come tutti e quattro, durante le vessazioni contro i seguaci di Gesù, avessero aiutato tale sacerdote Giovanni a dare degna sepoltura a oltre duecentosessanta martiri, decapitati e abbandonati in aperta campagna lungo la via Salaria, appena fuori Roma. Quest’opera pia, invisa alle autorità, valse loro l’arresto. Vennero tutti interrogati con durezza dal prefetto Flaviano e dal governatore Marciano, ricevendo l’intimazione di abiurare la fede in Cristo e sacrificare agli dei pagani, ma, avendo tutti rifiutato, furono condannati alla decapitazione. La sentenza fu eseguita probabilmente all’inizio del IV secolo, per i tre uomini, Mario, Abaco e Audiface, lungo la via Cornelia, a circa tredici miglia fuori città, mentre per Marta presso uno stagno poco distante. In seguito, la pia matrona Felicita raccolse pietosamente i resti di tutti e diede loro sepoltura a ridosso della stessa via in un cimitero detto “ad Nymphas” (la Ninfa era una divinità femminile romana che popolava le acque, il mare, i boschi e i monti, ma anche, in senso poetico, l’acqua o una fonte). In seguito, i resti furono trasferiti in una chiesa sorta sul luogo, all’interno di un possedimento agricolo di proprietà della stessa matrona, chiamato “Buxus” (oggi Boccea, quartiere settentrionale della città di Roma). Le loro reliquie ebbero vicende molto complesse. Alcune furono trasferite a Roma nelle chiese di Sant'Adriano e di Santa Prassede. Un'altra parte fu inviata allo storico e biografo Eginardo (775-840) al servizio dell’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno (742-814), che le donò a sua volta al monastero di Seligenstadt nei territori germanofoni dell’Impero (oggi nella parte centro-meridionale della Germania).
Roberto Moggi
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