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Oi dialogoi - 7

 

Aggiornato al 2 Aprile 2024
Carmine Barretta                                                              
PENSIERO DEL GIORNO.
Taglia cchiù 'a penna ca 'o rasulo; e nnun tenite manco 'a necessità 'e ll'arrotino.

M
Gli antichi non si lasciavano sfuggire le parole, perché si sarebbero vergognati di non raggiungerle con le azioni (Confucio?). Figuriamoci se si fossero messi a scriverle, altro che vergogna, un'onta permanente tramandata ai posteri. Salve, mi permetto una versione in retrospettiva.

B
Credo che la parola sia importante: per una parola detta sono morte tante persone. Di contro, per una parola data e mantenuta, ha tenuto in vita una persona che si era lasciata andare alle avversità della vita. La parola è uno strumento, come tale si deve saper suonare. La parola viene pesata e soppesata, tutto dipende da quale bocca prendono fiato. Anche noi due spendiamo una montagna di parole, e non tutte sono indispensabili. Almeno le mie.

M
Una succinta ed ad un tempo espressiva rassegna sulle parole e la loro importanza, terminante con una improprietà che non posso che trovare simpatica. Col suo consueto stile, lei, con signorile cortesia si attribuisce un demerito che non ha, se c'è da scegliere a chi attribuirlo tra noi due. Si può apprezzare anche una bugia, quando è espressa per non offendere l'interlocutore. Le resto obbligato.

B
Devo contraddirla, pur dispiacendomene. Le mie parole, e ne sono consapevole, risultano vacue perché non so come dispensarle tra gli amici virtuali, tanti inutili, che mi ritrovo. Lei, invece, con il suo nutrito gruppo di amici, ha più possibilità di concentrarsi. Tento solamente, maldestramente, di dire che lei è avvantaggiato. Quindi non approfitti di me. Si ricordi che telefono azzurro funziona h24.

M
Lo sapevo io. Dopo auliche frasi pregne di significato da raccogliere per tramandare ai posteri, ecco un'inspiegabile autodissacrazione da parte sua. E' un suo modo per combattere una temuta presunzione? E, burlescamente, cominciando a conoscermi, immagina piuttosto a ragione che, scatenato dal telefono azzurro, io mandi in vacca le nobili espressioni scritte testé. Ebbene, Sig. Barretta, aggrappandomi a quel che resta di uno straccio di dignità, mi tratterrò, anche se a stento.

B
Glielo avevo anticipato che le sue parole sono da definirsi "nobili espressioni". Io cammino raso raso al muro, le mie frequentazioni sono ben altre. Da quando conosco lei, le mie quotazioni hanno avuto uno sbalzo in avanti. Infatti, alcuni dei miei tanti "amici virtuali", nemmeno mi salutano più. Si sono offesi perché li sto trascurando. Qualcuno addirittura si è permesso di dire: "Ma chi è quell'uomo appartenente alla nobiltà?" Io subito l'ho redarguito, sa. Questa mia difesa a oltranza può farle dormire sonni tranquilli. Anzi, mi notizi se qualcuno la infastidisce. Anche se sono stati tutti avvertiti, i virtuali, che il sig. Riccardo Meda è sotto la mia ala (o scella), protettrice. Dorma tranquillo. Serena notte.

M
Caro modestissimo signore, le nobili espressioni a cui alludevo erano le sue. Appartenente alla nobiltà? Sì, mi metterò a fare il marchesino Eufemio, d'alto ingegno perché d'alto lignaggio. Peccato che il lignaggio non ce l'ho nemmeno sotto le scarpe. Bene, con la sua protezione mi fa sentire in una botte di ferro. A proposito, ho fatto presente il suo saluto all'amico che lei mi ha indicato. Mi guardava un po' strano, spero di non averlo infastidito. Ah, un'altra cosa scoperta oggi, 581 folli che la seguono. Io ne ho tre e, chiedendomi che diamine d'interesse io possa suscitare a tutti e tre, se me lo potessi permettere, assumerei un guarda spalle. Va a capire co' 'sti tizi che mi seguono. Sperando che non abbia altre noie a causa mia, le auguro una buona serata e affinché tale sia, mi levo di mezzo.

B
È passato poco tempo da quando ci siamo sbizzarriti in questi lunghi commenti, eppure a me sembra trascorsa una vita. Sarà che l'età avanza e i ricordi] assumono sempre di più un lontano vissuto. Grazie, Riccardo, per averli conservati.
M
Caro Carmine Barretta, se mi permette d'eliminare l'abbreviazione del signor, dopo più di tre anni di familiarità, se pur sociale, osando esprimere un minimo di confidenza in più.
Subentra una certa nostalgia nel rileggere commenti, dove il buon senso e la lucidità di pensiero avevano il buon gusto di non intromettersi, prudentemente trattenendosi in disparte e facendo finta di non conoscerci.
E mi faccio un po' una colpa di questa stasi, che c'impedisce di sorvolar le vette di quell'assurdo dissennato e demenziale, caratterizzante sproloqui senza capo, né coda e né costrutto, in una filosofia del non senso che ci era tanto cara.
Mi farò un obbligo di cercar d'aprire quel contenitore che dovrebbe contenere dei pensieri, per dargli una risciacquata, provando a riempirlo con gli ingredienti adatti e agitarlo con vigore e lena come uno shaker, per ottenere la miscela adatta, da barista provetto per locali chic.
B
Mi azzardo a dire che potremmo anche eliminare quel pronome, ancorché nobile, del lei. Il rispetto non si misura coi pronomi. Per il resto mi affido al promotore di questa lungimirante iniziativa. Buona serata.
Siete troppo forti. Uno spasso leggervi.
M
Visto? Almeno un applauso l'abbiamo ricevuto.
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