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10 Aprile 2021 - Santa Maddalena di Canossa

10 APRILE 2021 - SANTA MADDALENA DI CANOSSA
Oggi - 10 aprile 2021 - sabato dell’Ottava di Pasqua, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Maddalena di Canossa, vergine. Maddalena nacque il 1° marzo 1774 a Verona, città veneta appartenente alla Repubblica di Venezia, terzogenita dei sei figli della nobile e ricca famiglia Canossa. La sua fu un’infanzia infelice, segnata dalla prematura morte del padre, dalle seconde nozze della madre, dalla malattia e dall'incomprensione familiare. Trovato conforto nell'amore di Dio, decise ben presto di consacrarsi come religiosa e, a partire dal 1791, per due volte tentò l'esperienza del Carmelo. Tuttavia, si rese conto che non era quella la strada alla quale era chiamata e capì di dover stare nel mondo percorrendo una via nuova, quella di donarsi totalmente ai fratelli afflitti dalle tante povertà. Così ritornò in famiglia, ma - costretta nuovamente da avvenimenti dolorosi e da tragiche situazioni storiche, tra le quali l’invasione francese della Repubblica di Venezia e della stessa Verona nel 1796 - fu obbligata ad accantonare provvisoriamente la propria chiamata e ad inserirsi nella vita di Palazzo Canossa, la nobile dimora di famiglia, curandone l'amministrazione del vasto patrimonio. Qui Maddalena assolveva i suoi doveri quotidiani con impegno e dedizione, rimanendo però sempre aperta all'azione misteriosa dello Spirito Santo, che gradualmente plasmava il suo cuore e la rendeva partecipe dell'amore del Padre per l'uomo. Accesa dal fuoco di questa Carità, Maddalena si aprì al grido di dolore dei fratelli e sorelle più poveri e miserabili, malati, abbandonati, affamati di pane, di istruzione, di comprensione e della Parola di Dio, che scoprì specialmente nei quartieri più periferici e nei bassifondi di Verona. Qui cominciò ad esercitare ogni forma di carità e di aiuto sociale che le fosse possibile, tutti i giorni, senza sosta, nell’amore più incondizionato verso gli “ultimi”, vera immagine di Cristo. Alla fine, nel 1808, superate le ultime resistenze della sua famiglia, Maddalena lasciò definitivamente Palazzo Canossa per dedicarsi totalmente alle opere di carità, nel quartiere più povero di Verona dove si era trasferita. Raccolte al suo fianco alcune pie donne animate dalla medesima vocazione, le sue opere crebbero e con esse il suo amore per gli “ultimi”, fino a quando lo Spirito Santo non la guidò anche tra i poveri di altre città, come Venezia, Milano, Bergamo e Trento. Le comunità si moltiplicavano e sempre nuove compagne la raggiungevano. Tutto era frutto dell’Amore di Dio che ardeva nel cuore di Maddalena, ed essa, con le compagne, ne divenne testimone in cinque ambiti specifici, la carità per la promozione integrale della persona; la catechesi per tutte le categorie sociali, privilegiando i lontani; l'assistenza rivolta soprattutto alle inferme sole e negli ospedali; seminari per formare giovani maestre di campagna e preziose collaboratrici dei parroci nelle attività pastorali; Esercizi spirituali annuali per le dame dell'alta nobiltà, allo scopo di animarle spiritualmente e coinvolgerle nelle varie opere caritative. Queste comunità femminili si trasformarono alla fine, per intuizione della stessa Maddalena, nell’Istituto delle “Figlie della Carità”, finalizzato alla promozione della formazione cristiana della gioventù femminile, che tra il 1819 e il 1820 ottenne l'approvazione ecclesiastica nelle varie Diocesi dove le comunità erano presenti, mentre Papa Leone XII ne approvò la Regola il 23 dicembre 1828. Il 23 maggio 1831, dopo ripetuti falliti tentativi con due famosi educatori dell’epoca, il Beato don Antonio Rosmini e don Antonio Provolo, Maddalena riesce a dare avvio anche all'Istituto maschile da lei progettato sin dal 1799. Infatti a Venezia apre il primo Oratorio dei “Figli della Carità” per la formazione cristiana dei ragazzi e degli uomini, affidandolo al sacerdote veneziano don Francesco Luzzo, coadiuvato da due pii laici bergamaschi, Giuseppe Carsana e Benedetto Belloni. Maddalena torna alla Casa del Padre a soli sessantuino anni, spegnendosi a Verona il 10 aprile 1835.
Roberto Moggi
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