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200811 - Il pensiero terapeutico

#TCNCH - 200811
Da quella che potremmo chiamare la “Serie delle scoperte dell'acqua calda",
IL PENSIERO TERAPEUTICO.
Pensare positivo è credere al potere della mente ed essere coscienti che tale fiducia è ricambiata.
rm
“Non diventare mai un pessimista;
un pessimista ha ragione più spesso di un ottimista, ma un ottimista si diverte di più,
e nessuno dei due può fermare il corso degli eventi.”
Robert Anson Heinlein.
Ricordiamo un famoso brano di Jovanotti il cui ritornello recita:
"Io penso positivo perché son vivo".
e del quale, nella vita reale, ritengo siano da riordinare causa ed effetto.
A prescindere da costituzione fisica, alimentazione, attività lavorative svolte nella vita, etc., siamo vivi e più o meno sani in funzione della percentuale di pensieri positivi che abbiamo espresso nel tempo.
Se poi il più o meno sani è più vicino al meno che al più, è molto possibile che abbiano influito a renderci così le cattive abitudini che abbiamo coltivato sui nostri atteggiamenti e modi di pensare.
Provare sentimenti di frustrazione, tristezza, rabbia, invidia, ansia, paura, gelosia, autocommiserazione, preoccupazioni ingiustificate, etc. può tendere a diventare una vera e propria abitudine con tutte le giustificazioni che possiamo darle.
Fatto sta che tali abitudini possono farci arrivare a ottenere un piacere perverso nel provarle e più ci succede e più siamo restii a liberarcene, ritenendole dei normali atteggiamenti mentali che, se ce li negassimo, sarebbe come toglierci qualcosa di essenziale, la cui assenza metterebbe in crisi il nostro modo di vivere
Diventerebbe complesso qui esaminare le psicopatie acquisite specialmente nell’infanzia che ci hanno portato a certi comportamenti.
Limitiamoci a prenderli come dati di fatto e a realizzare che, arrivati ad una certa età, le cattive consuetudini di esprimere sempre sentimenti negativi rischiano di diventare di una pericolosità estrema, minando in modo anche grave il nostro stato psicofisico.
Le prime a sorgere sono le malattie definite psicosomatiche, ma in agguato c’è di peggio, mali che finiscono quando finiamo noi e la nostra fine cessa di alimentarli.
Più ci adoperiamo nell'esercitarci in pensieri positivi improntati alla gioia di vivere, alla gratitudine e all’amore verso tutto ciò che ci circonda e, se riusciamo a metterci in mezzo l'allegria, non fa per niente male, più acquisiamo una maggiore immunità da malattie ed acciacchi vari.
Non dimentichiamo mai che siamo in grado di essere i migliori terapeuti di noi stessi.
rm
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