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San Massimino di Treviri

Il 29 maggio, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Massimino di Treviri, vescovo. Maximinus, questo il suo nome in latino, nacque intorno al 280 a Silly, nella provincia romana della Gallia (oggi Mouterre-Silly nella regione dell’Aquitaine, Francia centro-occidentale). Di lui si conosce pochissimo fino alla sua ordinazione episcopale. Divenne presto sacerdote e successivamente vescovo della città di Treviri, nella Gallia Belgica (l’odierna Trier nella regione della Mosel, Germania occidentale vicino al confine col Lussemburgo). Fu Pastore della sua diocesi dal 330 al 346, al tempo del governo dei figli dell’Imperatore Costantino I detto “il Grande” (dal 306 al 337), che erano i tre Cesari Costante I (dal 337 al 350), Costantino II (dal 337 al 340) e Costanzo II (dal 337 al 361). Fu intrepido difensore dell’integrità della fede ed uno strenuo avversario dell'Arianesimo, dottrina cristologica elaborata dal presbitero, monaco e teologo cristiano Ario (256-336), condannata al primo Concilio di Nicea del 325. L’Arianesimo sosteneva che la natura divina del Figlio fosse sostanzialmente inferiore a quella di Dio e che, pertanto, vi fu un tempo in cui il Verbo di Dio non era esistito e che dunque esso fosse stato creato soltanto in seguito. Massimino cercò di contrastare con tutte le sue forze il dilagare di tale eresia e per questo si fece parecchi nemici. Accolse fraternamente il suo amico e compagno di lotta contro l’eresia, il Patriarca di Alessandria d’Egitto Atanasio, noto come “di Alessandria”, che sarebbe anch’egli diventato santo, mandato in esilio dagli Ariani, unitamente ad altri vescovi esuli a cui diede asilo a Treviri dal 335 al 337. Massimino concesse asilo a Treviri ad Atanasio, molto mal visto dagli Ariani e lo difese di fronte all'Imperatore Costantino II, ottenendogli di potere fare ritorno alla sua sede episcopale. Massimino diventò presto bersaglio degli strali dei vescovi Ariani d'Oriente: lo odiavano tanto che arrivarono a bandirlo dal sedicente sinodo di Filippopoli nella provincia romana della Tracia (oggi Plovdiv nella Bulgaria meridionale) e a compilare un pubblico quanto falso “elenco delle colpe” di cui egli si sarebbe macchiato. I vescovi occidentali allora misero a loro volta al bando quelli orientali, ma Massimino fece il possibile per non alimentare la discordia. Si adoperò grandemente per costruire la pace e, a questo scopo, si recò a Costantinopoli. Fermatosi, al ritorno, a Poitiers (cittadina vicina al suo paese di nascita nella Gallia) presso la sua famiglia, vi morì il 12 settembre 346. Il suo successore fece traslare le sue spoglie a Treviri il 29 maggio 353. Qui, sulla sua tomba, nel VI secolo, venne eretta un'abbazia benedettina che divenne poi l'Abbazia Imperiale di San Massimino. Il suo capo è oggi conservato nella chiesa parrocchiale del quartiere Pfalzel di Treviri. Egli è venerato soprattutto in Alsazia (oggi in Francia) ed in Mosella (Germania), specialmente nella zona circostante Treviri. La sua Memoria liturgica cade il 29 maggio.
Roberto Moggi
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