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28 Maggio 2023 - La solennità della Pentecoste

28 MAGGIO 2023 - PENTECOSTE
Oggi - domenica 28 maggio 2023 - la Chiesa celebra la solennità della Pentecoste, con la quale si conclude il Tempo di Pasqua. La parola “pentecoste” viene dal greco antico “pentecosté” (nella sua traslitterazione in alfabeto latino), che significa “cinquantesimo” (sottinteso: giorno) e celebra la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme, avvenuta appunto cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù, segnando la nascita della Chiesa e l'inizio della sua chiamata missionaria. Questa solennità cade sempre di domenica, cinquanta giorni dopo la Pasqua ed è una festa cosiddetta “mobile”, che si celebra ogni anno in una domenica diversa. Nell’Antico Testamento, il termine Pentecoste era utilizzato dai giudei di lingua greca in riferimento ai cinquanta giorni dopo la Pasqua ebraica, per indicare antiche feste. Tra queste, quelle della “Mietitura e primizie” (Libro dell’Esodo 23, 16), delle “Settimane” (Esodo 34, 22; Deuteronomio 16, 10; Secondo Libro delle Cronache 8, 13) o del “Giorno delle primizie” (Libro dei Numeri 28, 26), definite più tardi in ebraico: “Asereth” o “Asartha” (cioè “Adunanza sacra” o “Assemblea solenne” e, probabilmente, “Festa conclusiva”). In origine, la Pentecoste era dunque il festeggiamento ebraico per l'inizio del raccolto, ma, in seguito, perse il primitivo significato per designare invece l'effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la nascita della Chiesa. La venuta dello Spirito è raccontata nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli. In esso è scritto che gli Apostoli erano riuniti insieme alla Madonna nel Cenacolo di Gerusalemme, probabilmente la casa della vedova Maria, madre del giovane Marco futuro evangelista, dove avevano preso l’abitudine di radunarsi quando erano in città. In quel periodo, come da tradizione, era affluito a Gerusalemme un gran numero di ebrei per festeggiare la Pentecoste ebraica con il prescritto pellegrinaggio. Si legge negli Atti: “ … Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? … »” (At 2, 1-8). Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità, princìpio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, d’ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. Colui che assiste il Magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità. Nel Vangelo secondo Giovanni, lo Spirito Santo è indicato anche con il nome greco di “Paraclito” (“Consolatore”). Si tratta in origine di un termine del linguaggio giuridico che significava letteralmente “chiamato vicino”, cui l'equivalente latino è “ad-vocatus”, da cui deriva il termine “avvocato” inteso come “difensore” o “soccorritore” e, per estensione, appunto “consolatore”. Il contesto in cui si usa questo termine nei testi profani è quello del processo e indica “chi sta al lato dell'accusato” (sottinteso: per difenderlo). L’Antico Testamento non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come persona divina. Lo “Spirito di Dio” vi appare come forza divina che produce la vita naturale cosmica, i doni profetici, gli altri carismi e la capacità morale di obbedire ai comandamenti. Nel Nuovo Testamento, invece, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale carismatica. Al tempo stesso, però, avviene la rivelazione della “personalità” e della “divinità” dello Spirito Santo, specialmente nel Vangelo di Giovanni, dove Gesù dice: “ … Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre … ” (Gv 14, 16) e nella Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo, dove la dottrina dello Spirito Santo è congiunta con quella della divina redenzione e lo Spirito fonda l’uguale dignità di tutti i credenti: “ … E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un unico corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito … ” (1 Cor 12, 13). Nello stesso tempo, giacché conferisce carismi e ministeri diversi, l’unico Spirito, costruisce la Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni, quantificati in numero di sette: “Sapienza”, “Intelletto”, “Consiglio”, “Fortezza”, “Scienza”, “Pietà” e “Timore di Dio”. Questi, indicati dal Profeta Isaia nel suo libro: “ … su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore … ” (Is 11, 2), sono donati inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati poi dal sacramento della Cresima. Lo Spirito Santo è stato rappresentato in maniera incorporea nell’Annunciazione descritta dagli evangelisti Matteo e Luca (Mt 1, 18-25 e Lc 1, 26-37); sotto forma di colomba nel Battesimo di Gesù (Vangeli secondo: Matteo, capitolo 3, versetti 16-17; Marco, 1, 10-11; Luca, 3, 22 e Giovanni, 1, 32) e, nella Trasfigurazione, come una nube luminosa (Vangeli secondo: Marco, capitolo 9, versetti 2-8; Matteo, 17, 1-8 e Luca, 9, 28-36). Inoltre, lo Spirito divino è indicato negli Atti degli Apostoli, nella Pentecoste, come “Lingue di fuoco” (At 2, 1-11) e come “Soffio (alito)” dall’evangelista Giovanni: “ … Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» ... ” (Gv 20, 21-23). La Chiesa invoca lo Spirito Santo durante la somministrazione dei Sacramenti, come nel Battesimo, nella Cresima o nell’Ordine Sacro, ma anche all’inizio del Conclave per eleggere il Papa, dove s’implora l’aiuto divino per una scelta adeguata. La preghiera d’invocazione è contenuta nel magnifico e suggestivo inno “Veni creator Spiritus” (“Vieni spirito creatore”), attribuito all’arcivescovo di Magonza (oggi in Germania) Rabanus Maurus Magnentius, in italiano Rabano Mauro Magnenzio (784-856) e risalente al IX secolo.
Roberto Moggi
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